È un giovane intraprendente che, a guardarlo bene negli occhi, mostra già il germe dei grandi campioni: un’ambizione bilanciata da una straordinaria propensione al sacrificio nonché da una spiccata umiltà. «Il tennis, per me, è prima di tutto un mezzo di crescita personale»: queste le parole con cui il giovane ha introdotto la narrazione della sua esperienza che, nonostante la giovane età (ha solo 11 anni!) l’ha già portato ad aggiudicarsi un posto nell’Olimpo della sua categoria, tra i primi dieci campioni italiani della categoria Under 11. I primi passi li ha mossi proprio sui campi del Tennis Club orceano, sotto la sapiente guida del maestro Emiliano Cerri, ormai quattro anni fa, per poi cimentarsi nel salto di qualità partecipando agli intensi allenamenti dell’Accademia Vavassori di Palazzolo, “fornace” di nuovi talenti. Ad avvicinarlo al tennis è stato il fratello Andrea, anch’egli agonista nel medesimo sport.

Non è un mistero per Simone: l’obiettivo è mettersi sulla strada che porta al professionismo e i risultati, ad oggi, fanno presagire un futuro davvero brillante. Lo scorso novembre infatti, a Torino, l’atleta orceano è riuscito ad aggiudicarsi un posizionamento di tutto rispetto in semi-finale al Master Junior Road to Torino, torneo al quale hanno preso parte solo i migliori atleti di ogni regione, e durante la permanenza ha potuto godere dell’esperienza di assistere alla sfida tra colossi del tennis mondiale, come Djokovic, Nadal, Ruud e Medvedev. Il coronamento, senz’altro, di due importanti tappe, combattute a suon di colpi di racchetta, a Varese, dove si posiziona tra i primi due tennisti in classifica di tutta la Lombardia (che, per inciso, conta migliaia e migliaia di appassionati e atleti attivi).

«L’anno prossimo mi piacerebbe moltissimo prendere di nuovo parte a qualche competizione di macro-area Junior Next Generation, che già nelle scorse edizioni mi ha regalato delle bellissime emozioni, e iniziare a cimentarmi nei Tennis Europe– ha raccontato Simone – Sono molto contento dei risultati ottenuti fino ad ora: il tennis è uno sport molto prestigioso, che ti obbliga, prima di tutto, ad impegnare la mente per cambiare costantemente la tua strategia, cercando di rispondere con efficacia all’avversario». Simone preferisce il singolo, a suo dire «più competitivo e, soprattutto, garanzia di maggiori chances di andare in finale»; in fin dei conti, tutti giochiamo per vincere. «Al momento riesco ancora, grazie anche alla grande disponibilità della mia famiglia, a conciliare scuola e passione sportiva: un domani, chissà: sono tante le opportunità per impegnarsi in tutto e per tutto nel tennis – conclude Simone – Fino ai 16 anni mi attendono le sfide della categoria Junior: poi, se tutto andrà bene, arriverà l’ITF e, se tutto andrà per il meglio, l’ATP». Ad maiora Simone, sempre con testa e cuore: crediamo in te!

Leonardo Binda