Oltre ai farmaci antivirali, agli antinfiammatori e agli anticorpi monoclonali, una delle possibilità terapeutiche più caldeggiate in questi mesi è quella che prevede l’utilizzo del plasma dai pazienti guariti detto “Plasma Iperimmune”; una risorsa terapeutica sia per la cura sia per la prevenzione del-l’infezione da SARS-COV2 che presenta un elevato livello di anticorpi specifici neutralizzanti il virus e capaci di ridurre la carica virale, attraverso immunizzazione passiva.

Chi ha vissuto l’esperienza della malattia di Covid nella forma sintomatica, una volta guarito può dunque considerare l’ipotesi di aiutare le persone che oggi sono affette da Covid nella forma grave donando il plasma iperimmune.

La terapia oggi viene utilizzata in molti ospedali come cura emergenziale in attesa di una cura riconosciuta ufficialmente.

Possono donare i soggetti che hanno contratto infezione da Covid_19 nelle varie forme, asintomatici con sintomi lievi o gravi ma guariti che possiedono quantità di anticorpi neutralizzanti.

I requisiti nello specifico sono:

• Età compresa tra 18 e 60 anni

• Test sierologico per anticorpi neutralizzanti anti SARS –CoV-2 con positività> 80Ua/ml

• Tampone negativo

• Completa assenza di sintomi da 14 giorni

• Assenza di contatti con soggetti sospetti o conclamati Covid_19 da almeno 14 giorni

• Essere in buone condizioni generali

Ecco dove donare il plasma iperimmune in Lombardia

In Lombardia la raccolta è stata certamente avviata per prima già alla fine di marzo. Raccolgono tutt’ora plasma iperimmune: 

– Il San Matteo di Pavia

– L’ospedale Carlo Poma di Mantova

– Il Papa Giovanni XXIII di Bergamo

– Il Bolognini di Seriate – L’ospedale di Treviglio

– Gli ospedali civili di Brescia

Il presidio ospedaliero di Chiari

L’ospedale Valcamonica di Esine

L’ospedale di Manerbio

– Il Salvini di Garbagnate Milanese

– Il presidio di Vimercate,

– L’ospedale Manzoni di Lecco

– L’ospedale S. Gerardo di Monza.

Inoltre si può donare anche nel presidio Valtellina e Valchiavenna di Sondrio, l’Istituto Ospitalieri di Cremona e l’ospedale Maggiore di Crema.

La lista continua con il San Raffaele di Milano, nella stessa città il Sacco e Fatebenefratelli, il Ss. Paolo e Carlo e l’azienda ospedaliera Niguarda.

Si aggiunge l’ospedale Vizzolo Predabissi di Melzo, l’ospedale Maggiore di Lodi, l’ospedale Civile di Vigevano, il presidio di Varese, l’ospedale S. Anna di S. Fermo della battaglia e per finire il nosocomio S. Antonio abate a Gallarate.

Paolomba