Erano oltre una cinquantina i residenti presenti alla riunione indetta venerdì 12 novembre al Centro Sportivo di Borgosotto dalla “Federazione delle associazioni che amano il Fiume Chiese e il suo lago D’Idro”. Ad essere chiamati ad un’azione collettiva tutti coloro che possiedono proprietà, beni immobili o attività nell’area adiacente o vicina a quella dove si prevede sarà costruito il maxi depuratore e che Gianluca Bordiga, presidente della Federazione, ha voluto sollecitare ad un’azione comune. Si tratta di una zona di circa 264 mq che, ovviamente, potrebbe essere soggetta ad espropri o vedere di molto diminuito il proprio valore commerciale a seguito dell’arrivo di reflui prodotti sulla sponda bresciana del Benaco e che confluirebbero nel nuovo impianto di depurazione. Il progetto della nuova costruzione ingloberebbe l’area dell’attuale depuratore, l’isola ecologica, che verrebbe rasa al suolo e spostata in altro luogo, e vari terreni limitrofi nei quali troverebbe posto il mega depuratore nel quale confluirebbero reflui pari a 150000 abitanti equivalenti (AE) con all’attuale depuratore pari a 30000 AE con acque bianche e nere prevalentemente separate mentre dal Garda arriverebbero acque totalmente miste. Nell’area inoltre potranno essere previsti anche impianti per il trattamento dei fanghi, essiccatori, cabine di alimentazione energia elettrica. L’azione legale proposta, e che sarà portata avanti dallo studio legale MarcinKiewicz, Patelli, Tumbiolo & Associati di Como e in particolar modo dall’avvocato Ruggero Tumbiolo specializzato in materia ambientale, prevede un ricorso collettivo al TAR promosso appunto da persone fisiche titolari di un interesse giuridicamente rilevante sulla questione e che potrebbero essere danneggiate dalla realizzazione della nuova opera pubblica. Si pensa magari a chi possiede terreni o imprese nelle aree di pompaggio dei liquami e che potrebbero dover sopportare non pochi disagi con l’arrivo del maxi depuratore. «Tutte le persone che aderiranno alla nostra azione giudiziaria – ci ha tenuto a sottolineare il Presidente Bordiga – saranno totalmente affiancate dalla Federazione, la quale sosterrà per intero i costi delle spese legali, che ammontano a 27000 euro, e si curerà di seguire direttamente lo sviluppo del processo, tenendo al corrente gli aderenti su come procede l’iter impugnativo. Tutti i privati cittadini dovrebbero aderirvi perché è un’azione importantissima per la difesa del territorio, difesa che ci deve vedere tutti uniti a combattere su di un fronte comune». I 27 mila euro necessari per il ricorso saranno, dunque, a carico della sola Federazione come ben specificato nell’atto di azione e formalizzato per iscritto al momento della sottoscrizione con lo studio legale incaricato, Federazione che al momento ha in cassa circa 7000 euro e auspica per raggiungere la quota utile il supporto di tutti coloro volessero fare una donazione. Nel frattempo i volontari, tra i quali anche diversi monteclarensi, del Presidio 9 agosto non mollano la loro postazione, hanno superato i 100 giorni e le 100 notti di presenza e affrontano il freddo della stagione grazie ad un gazebo fornito da un privato cittadino e al supporto economico di chi si sobbarca l’importo di 13.50 euro a settimana imposto ai Comitati ambientalisti per l’occupazione del suolo pubblico davanti alla Prefettura di Brescia. Tutti i privati interessati a presentare il ricorso al TAR contro il depuratore del Garda può scrivere un’email ad acqua.del.chiese.che.unisce@gmail.com, chi volesse supportare la raccolta fondi può fare una donazione all’iban IT17K0869254780063000003333 presso la BCC di Brescia Filiale di Montichiari.

Marzia Borzi