Si è spento giovedì 18 novembre a Montichiari il maestro Giuseppe Treccani, figura molto conosciuta, apprezzata e stimata per il forte impegno morale e civile.
Nella sua lunga vita, è stato maestro elementare, partigiano, uomo politico, amministratore.
La nostra comunità, con la sua morte, si è impoverita di capitale umano e di memoria storica ; una grave perdita per tutti coloro che, come me, hanno avuto la fortuna di apprezzarne le qualità umane, l’impegno quotidiano nel lavoro e poi nella vita al servizio della sua famiglia, segnata nel tempo da profonde ferite, come la scomparsa prematura del figlio Gualtiero.
Spirito di servizio, senso del dovere, umanità e coerenza hanno connotato il suo impegno e la sua esistenza. La sua perdita ha suscitato un sentimento diffuso di commozione nel nostro comune, dove per tanti anni ha onorevolmente operato per la collettività. Giuseppe rappresentava una testimonianza importante della memoria e per questo non lo dimenticheremo mai.
Partigiano delle “Fiamme Verdi”, associazione che innervava le proprie radici nella Chiesa e nel cattolicesimo locale, quando venne il momento della scelta non ebbe dubbi: fra i “ribelli per amore”, fra coloro che volevano per l’Italia un futuro di pace e libertà e coloro che sostenevano i nazifascisti, scelse i primi. 
Maestro elementare dagli anni Cinquanta in poi, è stato insieme ad un gruppo storico di colleghi (dal maestro Bianchi a Turelli, da Fargione a Cadioli, al maestro Pietro Treccani ) il “faro” educativo di intere generazioni di Monteclarensi che oggi ne piangono la scomparsa.
L’umiltà, la semplicità, la modestia sono state la sua stella polare: animato da un profondo senso del dovere, ha costantemente rifuggito il pubblico vanto e la ricerca di riconoscimenti ad ogni costo. Ha tratto soddisfazione dal suo lavoro a scuola e dall’impegno politico nella DC, intesi come dedizione e come generoso dono di sé.
Eletto con il Sindaco Giuseppe Scalvini come consigliere comunale a metà degli anni 60, diede il suo contributo alla crescita sociale ed economica del nostro Paese, come pure l’incarico di Consigliere Provinciale negli anni 70 fu l’occasione per sostenere iniziative e progetti a favore della nostra comunità.
Addio, caro Giuseppe, voglio solo pensare a te da vivo, perché tu resti e resterai vivo e giovane per ciascuna persona che ti ha conosciuto, per ciascun bambino che ti ha avuto come maestro di scuola e mae