Il 15 febbraio, S. Faustino e Giovita, nobili martiri bresciani del II° sec d. C., è noto per essere la festa dei single. Dal latino”faustus”- propizio- nasce una leggenda che li vuole portatori di fortuna a chi cerca l’anima gemella; un’altra versione racconta che S. Faustino aiutasse le ragazze a trovare marito. Decenni fa le spose avevano in media 20 anni o poco più; da anni ormai l’età per sposarsi o per iniziare una convivenza si è spostata parecchio in avanti. Le ragazze che non avevano “èlmurus” ufficiale ( i sa parlàa) che le frequentava in casa, senza dunque un matrimonio all’orizzonte, venivano prese di mira con epiteti scherzosi; erano comunemente definite “pöte” e man mano passavano gli anni, ècie pöte, (vecchie zitelle), in senso dispregiativo, criticandole per presunti o veri difetti fisici e caratteriali: petégole, vilinuse, malmustuse, picinine e tonde o trop grande e magre come cavre…La fama di acide era più reale di adesso, perché restando in famiglia, erano sottomesse e senza libertà, frustrazioni che si ritorcevano sul carattere e sul comportamento sociale. Alle ragazze così belle da non riuscire a trovare loro difetti visibili, ecco invece scattare l’invidia, con malignità sulla loro dubbia moralità, per es. finte santariline, braze morte che brüza de pö de chèle ìe! Ironici in generale i proverbi riferiti alle pöte: “Maria Löcresia la stà söl pozöl, töcc i la àrda è nüssü i la öl” _ “Sant’Antone del föch eterno, dìm un òm per st’inverno; se g’h’ì pöra de fa pecà, dìmel d’inverno e pò d’istà, pò ‘l g’ha dize a Santa Rita che la ma ‘l lasse töta la vita”. Imaschi, pur classificati “pöcc”, erano giudicati molto più scanzonatamente, al limite agli incontentabili si diceva:” Bisògn nà a fàghela fà a Rezà “(far fare la morosa a Rezzato, di marmo), oppure “Pötost de tö la fόnna, töe ‘n àsen o ‘n caàl, per màgher che ‘l sìes, pödarό sèmper baratal”. Salvo qualche eccezione, non avevano regole rigide, anzi, erano più liberi di quelli sposati.L’enorme differenza tra ieri e oggi, per la festa dei single, è che pur se quasi tutti, più o meno palesemente, cercano l’anima gemella, i single sono molti più numerosi, per svariati contesti, per es. separazioni e divorzi e non subiscono appellativi negativi. Un simpatico detto prevedeva ciò che ora è normale:”Vegnarà ‘l tép dei mamalöch che le pöte le sercarà i pöcc”, infatti ormai anche le ragazze vanno a “in cerca” di ragazzi, senza timidezza, anzi a volte con troppa disinvoltura. Come sempre c’è da imparare da ogni generazione e trarne ciò che ci fa stare bene, innanzitutto da soli, di conseguenza anche con gli altri.
Ornella Olfi