Sarà un anno, il 2021, che se da una parte si spera possa chiudere definitivamente la triste pagina della pandemia, dall’altra si presenta come un periodo fitto di ricorrenze per la città di Montichiari.

Ne abbiamo selezionate alcune a cifra tonda, senza pretese di completezza, giusto per stuzzicare un poco la curiosità del lettore e, perché no, invogliare gli storici di professione di cui la città è ben dotata a portarne alla luce altre, magari nascoste in libri polverosi che attendono solo di essere presi in mano. 

Già gennaio ha riservato una triplice ricorrenza a partire dalla nascita di Ettore Norsa, soprannominato “il dottore dei poveri”, occorsa il 3 gennaio 1881 a Mantova. La sua storia è nota: medico condotto di provata fama, subì l’onta delle leggi razziali in quanto di religione ebraica finendo per essere sospeso dalla professione. 

Ripresa l’attività dopo la guerra, continuò ad esercitare fino al 1960 lasciando in tutti il ricordo di un uomo generoso e attento. Il 12 gennaio è stato il 30° della morte di Pierina Gilli, la veggente le cui apparizioni della Madonna hanno costituito il viatico per il culto di Maria Rosa Mistica in località Fontanelle dove nel 2019 è stato istituito il Santuario. La Chiesa, pur assecondando la devozione dei tanti fedeli provenienti da tutto il mondo, continua ad andarci cauta sulla questione e ribadisce che ad oggi le visioni non sono riconosciute trattandosi di una pura esperienza personale. 

Più “profano” è stato l’anniversario del 21 gennaio per i 160 anni della nascita di Gaetano Bonoris, il conte che ideò sia il teatro sociale, inaugurato nel 1890 con il “Trovatore” di Verdi, sia il castello omonimo edificato sui ruderi dell’antica rocca medievale da lui fatta demolire e oggi di proprietà comunale.

Il maniero riprenderà ad accogliere i visitatori a partire da fine marzo e c’è qualche speranza che il Maggio Monteclarense possa riservare qualche evento ricreativo-culturale in loco, dopo il ‘silenzio’ calato nel 2020 causa Coronavirus. 

Altro personaggio di punta sotto i sei colli è Giovanni Treccani degli Alfieri, industriale, senatore del Regno, ma soprattutto mecenate: il 6 luglio ricorreranno i 60 anni dalla morte di questo protagonista di valore dell’economia e della cultura italiane che donò allo Stato italiano, dopo averla acquistata per l’astronomica cifra di 5 milioni di lire nel 1923, quella gemma artistica rappresentata dalla Bibbia di Borso d’Este.

Oggi il codice miniato in due volumi risalente a metà Quattrocento è conservato nella Biblioteca estense di Modena. 

Treccani fu anche l’ideatore dell’Enciclopedia omonima, patrimonio culturale per tutto il Paese. 

A lui Montichiari ha intitolato subito dopo la morte l’antica Piazza Trento, oggi appunto Piazza Treccani, uno dei cuori pulsanti del mercato e della vita cittadina. Sarà nel segno dello sport, invece, l’anniversario che si celebrerà il prossimo 4 settembre con il primo centenario del Gran Premio d’Italia, la storica corsa di velocità che vide primeggiare sul circuito della brughiera il pilota francese Jules Goux su Ballot 3L. 

La manifestazione già dall’anno successivo traslocò in quel di Monza, per merito (o colpa) del milanese Arturo Mercanti. 110 anni fa, il 10 ottobre 1911, se ne andava Giovanni Antonio Poli, l’unico sindaco che guidò la città in due secoli differenti, tra fine Ottocento e inizio Novecento, ma anche deputato, cittadino onorario di Ascoli Piceno, Commendatore della Corona d’Italia. Celebre il ritratto che ne fece un altro grande monteclarense, il pittore Antonio Pasinetti, realizzato qualche anno dopo la sua morte.

Giusto vent’anni fa, il 3 dicembre 2001, si spegneva Luciano De Giovanni, personaggio eclettico e curioso di origini sanremesi, soprannominato il “poeta stagnino” poiché, idraulico di professione, si era dilettato con successo nel campo dei versi. 

In diversi se lo ricordano mentre dona le sue poesie, scritte su foglietti di carta, a coloro che incontrava. Di lui parlarono con entusiasmo Neruda, Calvino e soprattutto Betocchi che lo scoprì nel 1956. 

Il 2021 si chiuderà con una ‘festa’ ideale per tutta Montichiari: il 27 dicembre 1991, trent’anni fa esatti, veniva conferito infatti all’allora grosso borgo il titolo di città, direttamente per decreto del Capo dello Stato Francesco Cossiga. Nessuna promozione particolare ché l’appellativo è poco più che onorifico, ma certo una bella soddisfazione per quanti, sotto i sei colli, ambivano e ambiscono a considerarsi cittadini. Date, luoghi, personaggi, fatti consegnati alla storia quelli di cui abbiamo parlato che forniscono la cifra di una comunità viva e attiva, nonostante tutto, anche nei tempi più difficili. 

Federico Migliorati