Se oggi siamo in grado di determinare l’imponenza del Campo militare napoleonico nella brughiera di Montichiari lo si deve per gran parte alle accurate e compulsive ricerche del professor Alfredo Ardenghi, il docente e ricercatore monteclarense spentosi nelle scorse settimane all’alba dei 70 anni. L’ambito storico è stata, da sempre, la passione principale della sua vita, insieme a quella per la famiglia e per la scuola, merito anche della laurea in Storia Moderna conseguita nell’Università degli Studi di Milano dopo il diploma tecnico: per lunghi anni docente di Tecnica meccanica al Centro di formazione professionale di Castiglione delle Stiviere, di cui aveva ricoperto anche il ruolo di preside per circa due lustri potenziando il numero di iscritti, Ardenghi si era dedicato con particolare acribia a togliere il velo dell’oblìo calato su quel monumentale impianto voluto da Napoleone e che doveva sorgere proprio nella vasta area oggi “assediata” dalle discariche. Uscita per i tipi della casa editrice Zanetti nel 2003, la pubblicazione (“Il campo militare napoleonico di Montechiaro: approvigionamento e casermaggio dell’esercito italiano negli anni 1796-1814”)  si compone di quasi 200 pagine con pregevoli e in alcuni casi inedite illustrazioni e disegni sul Campo militare napoleonico di Montechiaro: tanto per intenderci si trattava di quell’immensa struttura, che sarebbe dovuta essere la più grande dell’intero Regno italico con 800 costruzioni capaci di ospitare fino a 16 mila soldati, la cui realizzazione fu iniziata nel 1807 senza però mai arrivare a compimento per gli sconvolgimenti politici e militari che ne seguirono. Il libro è stato inserito ed utilizzato per trattare alcune parti della più voluminosa opera sulla storia dell’esercito italico nel periodo bonapartista (per la cronaca stiamo parlando dei 3 tomi de ‘La Storia militare del Regno Italico’) approntata da tre maestri in materia, Piero Crociani, Virgilio Ilari e Ciro Paoletti, mentre a Parigi durante il ‘Salon du premier Empire’ (una rassegna internazionale dedicata al primo impero francese) il testo di Ardenghi è risultato l’unico testo italiano presentato all’evento. L’autore monteclarense era ritornato nel 2007 a studiare ed ampliare il tema dando alle stampe “Gli accampamenti napoleonici del Regno italico: il campo d’istruzione di Montechiaro e i campi di San Gottardo e Majano“, sempre per l’editore Zanetti. Storia, ma anche amore per la terra e per la natura: per questo aveva acquistato un appezzamento di terreno in quel di Mezzane, da coltivare e curare con lo stesso impegno profuso nell’ambito culturale. Alle esequie officiate nella chiesa parrocchiale di Carpenedolo, cittadina dove la moglie Emanuela Belli ha esercitato per molti anni l’attività di medico di base, il sacerdote celebrante ne ha tratteggiato la figura di uomo sempre garbato, concreto, dedito alla famiglia, alla scuola, al mondo della ricerca. Oltre alla consorte lascia le figlie Elena e Laura, i nipoti Enea, Lucrezia e Nicola, la sorella Marisa e il cognato Carlo. Tanti i messaggi di cordoglio espressi alla famiglia a partire dai numerosi ex alunni di un tempo sino all’ex sindaco Mario Fraccaro che lo ricorda come “compagno di scuola, amico, collega stimato e conosciuto”.

Federico Migliorati