L’arrivo in serie B del Volley Montichiari, in quello che a seguito dell’istituzione dell’A3 qualche anno fa è diventato il quarto campionato a livello nazionale, richiama alla mente l’epopea della pallavolo monteclarense e i grandiosi traguardi da essa raggiunti. Il riferimento, ça va sans dire, è segnatamente alla Gabeca, “nata” in realtà in quel di Carpenedolo a metà anni Settanta e portata al successo con la promozione in serie A una decina d’anni più tardi quando ci fu il trasferimento sotto i sei colli per disporre di una struttura idonea allo svolgimento del campionato. Luciano Baratti (ma non solo) fu l’artefice principale di quel “sogno” divenuto realtà grazie a impegno, costanza, sforzi anche economici e una rosa di giocatori di prim’ordine di fronte a squadroni ben più solidi. Correva il 1992, tre decenni fa, e quella Gabeca tornava per il secondo anno consecutivo sul tetto d’Europa conquistando la Coppa delle Coppe contro la temibile corazzata berlusconiana della Mediolanum Milano: nel palazzetto tedesco di Moers si dovette attendere l’ultimo decisivo punto, dopo 5 set combattutissimi e il 16-16 finale, per mettere a segno un risultato ancora oggi in grado di emozionare nel ricordo molte persone. A siglare il match ball decisivo fu Antonio Babini che ebbe la meglio sul muro milanese di Zorzi e Galli. In centinaia di tifosi monteclarensi seguirono la Gabeca fino in Germania, consci che il successo avrebbe loro arriso com’era stato l’anno prima a Palma di Maiorca contro il Leningrado, partita che invero vide una presenza molto minore di fan. Tra le testimonianze ancora oggi più vivide c’è quella di Roberto Felter, che partecipò a Moers alla festa collettiva dopo un viaggio in auto tra andata e ritorno durato quattro giorni: “Ricordo che erano stati distribuiti circa 3000 cappellini arancio-blu, anche i tedeschi che servivano al bar del palazzetto lo indossavano. Mentre di tifosi monteclarensi era pieno, di milanesi non c’era praticamente nessuno, salvo i dirigenti che fornivano i poster della squadra. Non scorderò mai – conclude – quella frazione di secondo che è passata tra la schiacciata murata di Babini e il gesto dell’arbitro che diceva che la palla era caduta fuori.”. Una storia di sport e di costume che avrebbe riservato altre soddisfazioni, seppur non più così prestigiose, nel corso del tempo. Un successo figlio di una preparazione solida, svolta in quella struttura divenuta essa stesso solo un ricordo, il Palafiera che tra il 2002 e il 2003 l’amministrazione Rosa decise di abbattere per ampliare il polo fieristico mentre il PalaGeorge ormai dal 1993 aveva accolto come nuova “casa” la formazione di Baratti e Gabana. Trent’anni fa Montichiari metteva nuovamente la propria firma nell’Olimpo della pallavolo continentale finendo per scrivere una pagina indimenticabile di questo sport, pagina che il Volley Montichiari spera di poter eguagliare.