La regular season della serie A1, purtroppo, si è conclusa nel modo che nessuno avrebbe voluto. 

L’unico posto destinato a scendere in A2 è stato assegnato alla Millenium e al termine di una stagione a dir poco sfortunata la squadra bianconera è stata costretta ad abbandonare dopo tre campionati il vertice della pallavolo femminile e a guardare avanti con il presupposto di dover ricominciare la propria scalata.

Una delusione resa ancora più grande dal fatto che per tutto il cammino il pubblico del “PalaGeorge” non ha potuto accompagnare e sostenere le sue giocatrici, lasciate solo ad affrontare una sfida che si è messa subito in salita. 

In questo momento, al di là della voglia di riconquistare al più presto un posto che la Millenium in questi anni ha ampiamente dimostrato di meritare, può essere utile cercare di capire le cause di questa sconfitta sportiva.

Un proposito che, ovviamente, non servirà per cancellare il verdetto del campo, ma, in ogni caso, potrebbe rivelarsi utile per fare in modo che simili “intoppi” non si verifichino più in futuro. 

Un’analisi che può partire dalla considerazione che la stagione che stiamo per lasciarci alle spalle è stata più che sfortunata.

Dalle problematiche legate all’emergenza sanitaria ad una lunga serie di infortuni, la formazione del presidente Roberto Catania ha dovuto fare i conti con una serie assai lunga di ostacoli che ne hanno rallentato il cammino. Il nodo saliente, se così possiamo definirlo, riguarda comunque la composizione di un organico che, come è diventata ormai una audace prerogativa della Millenium, è stato profondamente rinnovato rispetto alla stagione precedente ed ha puntato su diversi talenti da porre sul trampolino di lancio. Visto il rendimento di diverse giocatrici e i risultati ottenuti si può affermare che una simile operazione questa volta non è riuscita.

Pur senza poter entrare nel dettaglio, diverse atlete non sono riuscite ad esprimersi sui livelli attesi e l’altalena di rendimento che ha caratterizzato il percorso della Millenium ha finito per rivelarsi la zavorra che ha imprigionato la compagine bianconera all’ultimo posto. In precedenza abbiamo parlato di sfortuna e ancora questa, unita ad un mix di mancanza di freddezza e concentrazione, ha influito in modo determinante pure su un altro aspetto che, numeri alla mano, ha sancito la retrocessione della Banca Valsabbina. Basti pensare che capitan Tiziana Veglia e compagne hanno disputato la bellezza di otto tie-break, ma non sono riuscite a vincerne nemmeno uno. Sarebbe stato sufficiente vincerne almeno la metà per raccogliere i punti necessari per far prendere al duello-salvezza con Perugia una direzione del tutto opposta. L’insieme di questa osservazioni, pur se rapidamente sintetizzate, lascia ancora di più l’amaro in bocca agli appassionati che, comunque, possono coltivare la speranza che l’anno prossimo vengano riaperte le porte della A1 per la Millenium. Al momento non ci sono indizi precisi, ma portare la massima divisione a quattordici squadre (senza trascurare che ci sono club costretti a fare i conti con difficoltà notevoli come Bergamo, vicino a gettare la spugna) potrebbe rappresentare un gesto corretto per premiare i meriti di una società che sta portando avanti un grande progetto e che non deve venire mortificata dagli esiti negativi di una stagione che è stata pesantemente condizionata dal Covid e che rimarrà nella storia per la sua unicità.    

Luca Marinoni