Anche da noi i ragazzi a metà aprile hanno cominciato a tornare in aula.
Per l’occasione la dirigente scolastica Claudia Covri ha inviato una appassionata ed energica lettera a tutti gli insegnanti.
“Rispetto alla ripartenza di gennaio – esordisce – siamo tutti più provati dai lunghi mesi trascorsi chiusi in casa a fare lezione, cercando le strategie possibili per avere la partecipazione, il contatto visivo, il dialogo con classi che, a detta di molti, si stavano spegnendo ogni giorno di più”.
“Il rientro in classe – osserva – richiederà una certa gradualità per riprendere i ritmi, riabituarsi alle pratiche in presenza e assestarsi su un nuovo equilibrio professionale che ridefinirà finalmente un confine tra lavoro e vita privata”.
Sottolineando che “nel corso del travagliato anno scolastico che volge al termine, a differenza di quelli pre-pandemia, le lezioni non sono mai state interrotte da viaggi di istruzione, stage all’estero, uscite sul territorio, rassegne teatrali, premiazioni, gare sportive”, la preside auspica che “questa ripresa venga a coincidere con una didattica non priva del valore aggiunto della ricerca metodologica che molti di voi hanno sviluppato per tenere agganciati gli allievi (flipped classroom, lavori a coppie e di gruppo, utilizzo di software interattivi, flessibilità spazio-temporale, lezione dialogata, tutoring, peer learning ecc.)”.
“Ciò di cui hanno bisogno ora gli studenti – rileva – è di fare esperienze (compatibilmente con le norme anti-Covid), riprendere i contatti con voi e con i loro compagni, potersi esprimere in merito al periodo di forzato isolamento sociale, condividere emozioni, pensieri e nuove prospettive: non esiste apprendimento se non c’è relazione e dialogo educativo”.
Insomma, per la dott.ssa Covri, “va ricostruita una motivazione alla scuola, cercando un aggancio per ogni studente diventato “invisibile” con la didattica a distanza e lavorando sul senso di autoefficacia personale”.