Il progetto dei depuratori del Garda è come l’ex caserma Serini: mette d’accordo tutti. Nel senso che, esattamente come ai tempi della Serini, quando s’era ipotizzato (e in verità anche un po’ di più, visto che si era andati ben oltre le ipotesi…) di utilizzarla per metterci i migranti, tutti si opposero, annunciando, e in certi casi anche facendo, le cosiddette barricate. Con il depuratore è la stessa cosa. Praticamente sono tutti contrari al progetto: cittadini, amministratori, associazioni… 

Tra queste ve ne sono alcune che, avendo nel loro dna la salvaguardia del territorio, sono in prima linea in questa particolare battaglia: il circolo Legambiente di Montichiari, ad esempio, ma anche il comitato Sos Terra, la Fondazione Zanetto e il gruppo Fratello Chiese (segnaliamo che le prime tre realtà sono membri della Federazione del tavolo delle associazioni che amano il fiume Chiese e il Lago d’Idro; Fratello Chiese vi entrerà).

Non stiamo ad elencare le tante (e varie) motivazioni per cui tutti sono contrari al progetto.

Ne ricordiamo solo alcune, così, giusto per entrare in medias res: il Chiese non deve essere il recettore della depurazione gardesana, perché ci sarebbe anche uno spostamento di acqua dal bacino in cui è originata ad un altro; il depuratore andrebbe a peggiorare una situazione che, dal punto di vista ambientale (e i monteclarensi lo sanno bene) è già molto compromessa, con tutti gli annessi e i connessi relativi alla salute del territorio e di chi abita da queste parti…

Quello che vogliamo sottolineare in queste poche righe non è la contrarietà al progetto (che non è certo una novità), ma uno dei sistemi che verranno utilizzati per manifestare il dissenso.

La Federazione, infatti, ha annunciato che tappezzerà i paesi lungo l’asta del fiume con cartelloni vari, tipo «Non Chiese di diventare la fogna del Garda».

Anche questa è un’idea non nuova, ma che funziona sempre, perché, visivamente, è molto… d’impatto.

L’hanno utilizzate, negli anni precedenti, in altre situazione nel territorio della Bassa; la sta utilizzando, poco distante da Montichiari, il Comitato spontaneo di Montirone, nato per fermare la costruzione, sul confine con Ghedi, di un nuovo bitumificio.

A Montirone i volontari hanno tappezzato il paese di striscioni del genere.

Che si notano, fanno un certo effetto, e soprattutto fanno pensare…

MTM