Parlare di cave a Montichiari è come parlare di corda in casa dell’impiccato.

Tuttavia era e rimane utile parlarne, perché «tener ricordato» certe cose aiuta a non dimenticarle: nel caso specifico, a non dimenticare che, dal punto di vista ambientale, la brughiera di Montichiari era, e continua ad essere, una tra le aree più devastate della provincia.

Un plauso, allora, a Legambiente e a Sos Terra di Montichiari, che, naturalmente di concerto con gli insegnanti, nell’ambito del Piano estate previsto dal Ministero della Pubblica istruzione, nei giorni scorsi hanno accompagnato una trentina di studenti del Don Milani, mostrando loro, dal vero, «live», e non a parole, la situazione di Montichiari in merito a cave, discariche & affini.

Un vero e proprio tour, insomma; una visita guidata, fatta, però, non da un monumento all’altro, o tra edifici storici di pregio, ma da una buca a una cava, da una discarica all’altra.

I tour ha colpito non poco i ragazzi, che si sono trovati davanti enormi «colline» e profonde voragini; quelle, per l’appunto, formate dalle violenze che, nel corso dei decenni, sono state consumate a danno della terra di Montichiari. 

Non c’era dubbio che il giro sarebbe risultato molto efficace; e bene hanno fatto gli organizzatori a proporlo agli studenti, molti dei quali, probabilmente, avevano solo sentito dire del degrado della brughiera, mentre ora hanno potuto vedere le cose con i loro occhi. 

E questo ha fatto la differenza.

Naturalmente, nel corso del tour gli accompagnatori hanno spiegato ai ragazzi numeri, situazioni e tutto quello che i giovani dovevano sapere. Particolarmente efficace la «mossa» di mostrare agli studenti una vecchia fotografia scattata prima che iniziasse la corsa alle cave: un’immagine di quando il verde ancora dominava quella zona.

Mai come in questa occasione è il caso di richiamare alla memoria la celeberrima canzone di Celentano, Il ragazzo della via Gluck, che iniziava con queste parole: «Là dove c’era l’erba ora c’è una città».

Ecco, a Montichiari, là dove c’era l’erba ora c’è una discarica. Anzi, ce ne sono tante, troppe… 

MTM