La delicata questione non è ancora giunta all’atteso lieto fine. Alcune nubi minacciose (di carattere soprattutto extra-sportivo a dire il vero) si divertono a rimanere all’oriz-zonte, ma, pur senza dimenticare una sana dose di scaramanzia, si può dire che il velodromo di Montichiari stia per tornare ai fasti dei suoi giorni migliori. In questo senso, dopo tutte le ansie dei mesi precedenti, il dato saliente è che il “Fassa Bartolo” ha riaperto i battenti e un gruppo di atleti delle nazionali azzurre hanno saggiato le qualità del rinnovato anello dell’impianto monteclarense. A questo punto, se tutto procederà nel verso giusto, il ciclismo su pista potrà veramente riabbracciare l’unico velodromo al coperto in Italia e i commissari tecnici Marco Villa, per il maschile, e Dino Salvoldi, per il femminile, potranno cominciare a preparare l’attesissimo appuntamento con le Olimpiadi di Tokyo 2020 con una fiducia ed una voglia di fare del tutto rinnovate (anche se il primo impegno di questa che si spera potrà essere la nuova fase della vita del velodromo di Montichiari è stata più semplicemente la prima prova di Coppa del mondo che si è tenuta da venerdì 1 a domenica 3 novembre a Minsk, in Bielorussia). Dopo tante preoccupazioni, l’impianto monteclarense sembra così avviato a ritrovare il posto che gli compete nel panorama sportivo (nazionale e non solo), superando la delicata vicenda che ha preso il via nel luglio del 2018, quando diversi problemi (infiltrazioni nel tetto in primis) hanno portato alla chiusura dell’impianto. I problemi al tetto, alla pista e, più in generale, la mancanza della necessaria sicurezza sembravano avere inferto un colpo definitivo a una struttura che giustamente veniva considerata un fiore all’occhiello per tutta la comunità di Montichiari. A rendere ancora più grave la situazione si ponevano poi gli ingenti costi necessari per un intervento di risistemazione e riqualificazione. Somme di cui ovviamente non poteva disporre un ente locale come il Comune di Montichiari. 

Il grido d’allarme lanciato, però, ha sortito i suoi effetti e, unendo il mondo politico-amministrativo (Governo, Regione, Provincia e Comune) con quello sportivo (Coni), alla fine, è stata raggiunta la quadratura del cerchio ed ora, finalmente, il velodromo di Montichiari può tornare a guardare avanti nelle fondata convinzione di poter ritrovare i fasti degli anni migliori. Una notizia fondamentale anche per gli azzurri della pista, che proprio partendo da una struttura adeguata ed efficiente come quella monteclarense possono rinvigorire la loro corsa alle medaglie olimpiche di Tokyo 2020.                      

Luca Marinoni