Il matrimonio non è soltanto, si fa per dire, il momento in cui due persone si giurano l’un l’altra amore eterno e reciproca fedeltà, ma è anche un momento importante con cui ogni popolo vive questo passaggio nella vita di due persone.

Insomma, da momento intimo nella sua essenza si trasforma in occasione pubblica in cui parenti, amici e conoscenti possono unirsi agli sposi e condividere con essi la loro gioia. 

Nella religione cristiana cattolica il matrimonio segue, più o meno, sempre gli stessi riti, con una grande attenzione alla cerimonia e lo scambio delle consuete promesse, elemento centrale della concezione religiosa dell’unione tra due persone. 

Ogni cultura però sa interpretare a suo modo tale evento, cosicché non mancano in tutto il mondo le più disparate dimostrazioni di come i matrimoni possano essere molti diversi tra loro. 

Le opzioni sono infinite: da quello più tradizionale a quello più stravagante, è la varietà a farla da padrone. 

In India, ad esempio, esistono ben undici modi diversi di convolare a nozze, che si differenziano a seconda delle varie latitudini di questo sterminato paese. 

Qui la parola d’ordine è colore: tutto è immerso in tinture sgargianti, con la sposa che indossa un abito rigorosamente rosso, simbolo di fertilità e seduzione, e le mani dipinte, tra i cui disegni si cela anche l’iniziale del futuro marito, il quale è chiamato in via propiziatoria a trovarla esaminando le dita della donna. 

Altra interessante tradizione è riscontrabile nel matrimonio svedese: durante la cerimonia infatti lo sposo non potrà mai andare in bagno, proprio perché usanza vuole che nessun altro uomo baci la sua futura moglie. Sempre nel Nord Europa, in Finlandia, non sono gli invitati a portare doni, ma è la sposa che deve andare a prenderseli! 

Un modo insolito con cui il popolo finlandese vuole mostrare la maturità e l’indi-pendenza della nuova coppia. 

Non solo, nel mondo ebraico il rito è caratterizzato dalla volontà di creare un’unione duratura, capace di superare nel tempo le avversità del vivere assieme.

È così che nasce l’usanza, immortalata in moltissime pellicole, di rompere il bicchiere di vetro durante la cerimonia. 

Un momento importante, che ripercorrendo la distruzione del Tempio di Gerusalemme ricorda agli sposi che l’unica cosa che dovrà rompersi di lì in avanti sarà appunto solo questa coppa. 

Infine, per eleganza e cura, come non ricordare il matrimonio in Giappone, in cui la tradizione è la colonna portare di ogni azione di questo popolo.  Gli sposi infatti si dovranno presentare alla cerimonia nei loro kimono, ricchi di colori e di simbolismo, e brindare per ben tre volte alla loro salute con altrettante coppe di riso e saké. 

Un brindisi alternativo, non c’è che dire.

Leonardo Binda