Computer portatili, tablet e notebook ed ennesimi danni alla struttura.

È stato un inizio 2021 amaro quello che hanno vissuto il Centro Diurno Disabili e il laboratorio Giraluna di Montichiari, gestiti dalla Cooperativa la Sorgente.

I ladri, dopo aver scassinato due finestre, infatti, sono entrati nella sede dell’asso-ciazione che da anni si occupa di disabilità asportando 4 tablet, 5 pc portatili, 2 notebook e qualche spicciolo di fondo cassa che si trovava all’interno del Giraluna.

Un danno non tanto economico ma affettivo perché quegli oggetti servono ai ragazzi della Sorgente per comunicare e per costruire veri e propri progetti di vita che, soprattutto in un momento delicato come questo, risultano fondamentali.

Il furto, ovviamente, è stato denunciato ai Carabinieri di Montichiari. «Abbiamo avuto l’ennesima visita dei ladri – ha dichiarato Sandra Alberti coordinatrice delle due strutture – Ladri che, dopo aver scassinato le finestre e aver girovagato per tutto il Centro, se ne sono andati via rubando computer, tablet e notebook, alcuni dei quali erano stati acquistati proprio in occasione del Natale.

Per fortuna gli scassinatori non si sono arrabbiati, come spesso accade quando chi ruba non trova oggetti di particolare valore, e non hanno rotto tutti gli oggetti del Centro.

La mia grande paura è, infatti, quella che prima o poi devastino le opere realizzate dai ragazzi e alle quali questi ultimi tengono tanto.

Non nascondo quanto ci spiazzi subire periodicamente questi furti, ci chiediamo cosa credano di trovare queste persone in un centro di disabili? L’attrezzatura che hanno rubato, infatti, è veramente da poco dal punto di vista economico e non ne ricaveranno granché rivendendola ma per noi era molto importante perché i ragazzi la usavano per comunicare.

Arrivare la mattina successiva al furto e non poter svolgere le consuete attività è stato veramente difficile per tutti. Queste continue e periodiche incursioni ci amareggiano veramente e soprattutto ci addolora tanto non trovare un modo per porvi fine.

Certamente la struttura è quello che è, un poco vecchia e dunque piuttosto semplice da forzare ma non è pensabile per noi attrezzarci di un caveau dove riporre gli strumenti o portarceli a casa ogni giorno. Così, per l’ennesima volta, non ci resta che prendere atto dell’accaduto e affidarci alla solidarietà dei monteclarensi». 

Marzia Borzi