«Lo scorso 23 febbraio, quando, in accordo con Enrico Maria Rossi, animatore del centro, decidemmo di chiudere il Centro, si pensava ad una chiusura momentanea, di qualche giorno. Invece, causa Covid, sono passati 7 mesi…».

Con queste parole, l’asses-sore Barbara Padovani ricorda la scelta, maturata 7 mesi fa per causa di forza maggiore di chiudere la «Casa Bianca», il centro di socializzazione e di attività ricreativo-culturali, che propone attività prevalentemente, ma non solo, a pensionati. 

Non v’è infatti da dimenticare che, in occasione di particolari eventi, la partecipazione e le iscrizioni sono aperte ad un pubblico più vasto.

«Durante questo lungo periodo – continua l’assessore , Enrico ha mantenuto i contatti con i volontari e gli utenti del Centro in maggior fragilità: magari con una semplice telefonata, oppure accompagnandoli a fare una visita o la spesa. 

Grazie a lui, il filo non si è mai spezzato.

E questa è stata una fortuna. Ma ora c’è bisogno di tornare alla normalità, perché crediamo fermamente nell’importanza di questo luogo di aggregazione che tutto è tranne un “parcheg-gio” per anziani. 

In questi anni, infatti, tra una gita e l’altra, al Centro si è imparato a cucire, ad apprezzare la lirica, a fare lettura espressiva, a manipolare la creta a riconoscere l’arte; dal mio insediamento si erano inseriti anche tornei di carte e serate danzanti infrasettimanali. 

Altri progetti, invece e purtroppo, sono stati fermati dal Covid…».

«Insomma: le attività della Casa Bianca sono troppo importanti per rinunciarvi. Infatti, a 7 mesi dalla chiusura, il Centro riapre. Con lo stesso entusiasmo e, ovviamente, anche con un’attenzione particolare alle norme richieste dai protocolli e con alcune limitazioni. 

Ad esempio, non si potrà più accedere liberamente, ma solo su prenotazione, così da garantire il non superamento dei numeri consentiti; il gioco delle carte sarà ancora bandito, le gite fuori Comune non si faranno, ma, grazie alla collaborazione di Paolo Boifava, verranno realizzati tour sul nostro territorio alla scoperta (o alla riscoperta) dei nostri musei e del castello. 

Ad esempio, sono in programma incontri per svelare le meraviglie della dependance del Castello, che dal 1968 ospita le Sorelle dei Silenziosi Operai della Croce, scambi generazionali tra gli adolescenti di oggi e di ieri con racconti e progetti ad hoc (che sveleremo man mano)… 

Riprenderà anche l’impor-tantissimo appuntamento con l’associazione Ama (riservata a chi purtroppo ha vissuto un lutto e sente l’esigenza di condividerlo con il supporto di una psicologa). 

Insomma: anche in tempi di Covid, il Centro non si fermerà».

Una segnalazione: quando questo articolo giungerà nelle case dei monteclarensi, chi avrà già avuto occasione di passare dal Centro lo avrà trovato con una piccola novità: le stanze diversamente colorate, un piccolo gesto proprio per dare l’idea di una nuova partenza.

«Sono particolarmente affezionata a questa realtà – chiude Barbara Padovani -. Spero che possa presto tornare a riempirsi. Per questo invito tutti i ad iscrivervi alle attività, a lasciare un vostro contatto per essere informati periodicamente sugli appuntamenti. 

Enrico, i suoi volontari, i docenti vi aspettano perché essere “diversamente gio-vani” non significa isolamento ma condivisione e divertimento».

MT Marchioni