Le Regioni Lombardia e Veneto, il 20 dicembre del 2017, hanno firmato una convenzione col Ministero dell’Ambiente, con l’Ufficio d’ambito di Brescia, col Consiglio di bacino “Veronese”, e l’Asso-ciazione temporanea di scopo Garda Ambiente, per la “… realizzazione delle nuove opere per il collettamento e la depurazione del lago di Garda”.

Detta convenzione tra l’altro cita la dismissione e rimozione della condotta sub lacuale che collega la sponda bresciana e veronese del lago e considerando l’opera di carattere strategico assegna un importo pari a 100 milioni di euro per

“consentire l’immediata attuazione delle opere”.

A seguire, in questi tre anni, via via che il progetto preliminare conseguente è divenuto di una ampia territorialità si è venuta a formare nella cittadinanza l’opinione che le soluzioni prospettate, ovvero la realizzazione di due impianti di depurazione, uno a Gavardo (con pompaggio dal golfo di Salò) e l’altro a Montichiari (per i paesi della Valtenesi oltre Salò) fosse peggiorative per la cosiddetta valle del Chiese, essendo stato previsto nel progetto che questo fiume abbia a divenire, assieme al Naviglio bresciano, il recettore ideale per i reflui della sponda nostrana.

Molti Consigli comunali di detta valle hanno inteso opporsi a questa scelta tecnica, del resto progettualmente basata su due fattori determinanti, ovvero:

1) la suddivisione della gestione della depurazione dei reflui tra parte bresciana e parte veronese (ovvero Lombardia e Veneto);

2) la dismissione della già citata tubazione sublacuale che tuttora fa confluire i reflui dell’alto Garda verso la sponda veronese per finire nel Mincio a Peschiera.

Vari tecnici da ambedue le parti (favorevoli e contrari) hanno presentato le loro relazioni e i loro studi sostenendo le loro ragioni anche spesso molto diverse nelle conclusioni e i vari “Tavoli tecnici”, le “Cabine di Regia”, le riunioni tra i Comuni, non hanno sin qui raggiunto un accordo su quale sia la migliore soluzione ed in ultima istanza il focus si è soffermato sulla questione se il fiume Chiese possa avere o meno un miglioramento circa l’attuale situazione critica da tempo creatasi per gli sversamenti di liquami agricoli, industriali, fognari e altro.

Le ultime notizie provenienti dalla riunione della “Cabina di Regia” svoltasi il giorno 23 del mese in corso, danno come definitiva la posizione del Ministero dell’Ambiente che, recependo la relazione conclusiva del “Tavolo tecnico”, “conferma la validità del progetto e la piena compatibilità dei depuratori con la salute del Chiese”.

A questo punto come ACM ci pare utile esplicitare la nostra posizione, con la premessa che occorre operare con estremo realismo e nel rispetto per tutti gli organi e le Istituzioni che per la loro funzione tecnica o amministrativa e politica hanno agito e stanno agendo nel pieno delle loro responsabilità e funzioni.

Quindi come ACM:

1) riteniamo di non poter valutare le relazioni tecniche delle varie parti, e che non si possano quindi sfiduciare

per come sono avvenuti gli studi e i progetti nei modi e nei tempi non contestati dal Ministero;

2) non riteniamo sia stato utile che i Comuni della valle del Chiese avessero ad innescare una specie di lotta avversa ai Comuni gardesani sia bresciani che veronesi;

3) evidenziamo che le Regioni Lombardia e Veneto, protagoniste in primis, hanno come maggioranza politica la stessa composizione di Montichiari e di altri Comuni interessati, per cui ci sarebbe semmai parso ovvio che Montichiari li avesse tra gli interlocutori ideali e istituzionali.

Tutto ciò detto poniamo all’ordine del giorno il bisogno che l’Amministrazione comunale, alla luce del punto in cui si è giunti, chiarisca se intende intervenire sulla stesura del progetto esecutivo affinché si possa valutare nel merito il comparto monteclarense, operando quindi sulla base di una visione realistica e opportuna per il nostro specifico territorio, affrontando sin da subito un confronto coi “soggetti attuatori dell’Accordo ministeriale per la realizzazione delle opere” ed in particolare con l’Ufficio d’Ambito (ATO) di Brescia che peraltro dovrà agire anche per completare la rete fognaria comunale.

Area Civica Monteclarense