A Natale, col cappone ripieno, il panettone gastronomico, lo spumante in fresca, i botti di Capodanno e l’anguilla marinata, forse non è il caso di parlare di queste cose: siamo affaccendati in tutt’altro, e la mente corre altrove. Ci permettiamo una deroga, così, perché, passate le feste, digerito tutto, uno, magari, ci pensa.

Parliamo di rifiuti. Pare che Systema Ambiente voglia ampliare la discarica di rifiuti speciali, pericolosi, non pericolosi, tossico nocivi eccetera. Non sappiamo se sia vero; è comunque verosimile, perché di situazioni del genere se ne sono già viste.

Sintetizziamo quello che è accaduto in altre occasioni. Magari per cavare ghiaia da destinare all’edilizia, nella Bassa, naturalmente con tutte le autorizzazioni a posto, si fa un buco. Certo: ogni volta che una ditta X chiede di fare buchi, nascono i comitati, montano le proteste, volano le carte bollate… Ma se la richiesta è legittima, prima o poi il buco si fa. Col risultato che la succitata ditta, che non è certo la San Vincenzo e giustamente vuole fare profitti, ha il suo bel guadagno.

Passano gli anni, i metri cubi di ghiaia concordati vengono scavati e la cosa dovrebbe fermarsi lì. A volte, però, naturalmente motivando la richiesta, («C’è bisogno di altra ghiaia; non è forse meglio scavare ancora un po’ nel buco già fatto piuttosto che aprirne un altro?»), l’azienda X chiede, e spesso ottiene, di cavare altro materiale. Col risultato di guadagnarci soldi «extra», perché già col piano economico di partenza l’azienda aveva coperto le spese e fatto profitto.

Passano gli anni, e noi passiamo ai rifiuti. A questo punto c’è sempre chi dice: visto che i rifiuti dobbiamo pur metterli da qualche parte, e visto che c’è lì quel buco aperto, mettiamoli lì. Comitati, proteste, carte bollate… Ma alla fine i rifiuti finiscono nel buco. Col risultato che l’azienda X, che aveva già avuto in ricavo extra con l’aumento della ghiaia cavata, riempiendo il buco di rifiuti ha un ricavo extra extra.

Passano gli anni, e il buco si riempie. A volte, naturalmente motivando la richiesta, («Ci sono altri rifiuti; non è forse meglio alzare un po’ il livello dei rifiuti nel buco esistente piuttosto che riempirne un altro?»), scatta la riprofilatura. Termine tecnico: significa che, rispetto a quanto concordato all’inizio, nel buco si mettono altri rifiuti. Col risultato che l’azienda ha un ricavo extra extra extra.

Capito? Non ci sarebbe niente di male, perché le motivazioni messe in campo per giustificare queste operazioni sono vere: «C’è bisogno di altra sabbia… C’è bisogno di altro spazio per i rifiuti…». Però ci chiediamo: visto che le ricadute sul piano ambientale se le pippano i cittadini, non sarebbe il caso che un po’ di questi proventi andassero nelle casse dei Comuni e non solo in quelle delle aziende X?

E’ per questo che, vedi i processi in corso, siamo convinti che l’ex sindaco Elena Zanola aveva ragione a chiedere soldi. L’avrà fatto in modo non corretto, quindi sanzionabile dalla legge. Ma aveva ragione. Buon Natale. 

MTM