Gli anni passano, le mode cambiano ma per fortuna qualcosa ancora rimane tale quale, come le tradizioni delle festività natalizie che sono sempre state molto sentite ed ognuno le festeggia a suo modo. Protagonisti indiscussi degli ultimi giorni del mese di dicembre sono i bambini, scalpitanti per l’arrivo dei regali trasportati a bordo della slitta da Babbo Natale. Riflettendo sul Natale, oggi mi sono affiorate alla mente immagini di parecchi anni fa quando ero bambini e indossavamo pantaloncini corti anche quel giorno freddo e festivo.

Cosa è cambiato dagli anni cinquanta ad oggi? Come si viveva il Natale e come si vive oggi? 

Vi voglio raccontare una fiaba autobiografica, il diverso modo di sentire e vivere le festività.

Chi annunciava le feste?

Erano gli zampognari, uomini dal viso abbronzato, cappelli a cono con fettucce attorcigliate, corpetto e calzoni di velluto marrone abbottonati sotto il ginocchio, calze di lana grossa lavorate a mano e avvolti nei loro tipici e inseparabili mantelli a ruota che con i loro strumenti facevano il giro del paese suonando “la pastorella”.

Il nostro Natale paesano era davvero suggestivo: si costruiva il presepe col muschio di bosco, c’erano poche luminarie, si andava al cinematografo a vedere film inerenti al periodo, si mangiava tutti insieme in famiglia a gustare le prelibatezze dei cibi e dei dolcetti fatti in casa, vere e proprie leccornie. 

Il cenone della Vigilia era composto da diverse portate e si rimaneva in casa fino a tarda notte a giocare a carte o a tombolo, spesso attorno ad un vecchio braciere, si respirava intensamente aria di festa in perfetta intimità del calore umano.

Gli auguri si facevano di casa in casa accompagnati sempre con l’offerta di dolci e vino. In gruppo si faceva tutta via Mazzini e a volte si racimolava anche qualche mancetta, una manna caduta dal cielo. 

Ricordo ancora dopo tanti anni, perché era una tradizione bellissima, le famiglie a cui si andava ad augurare buone feste:

Antonioli, Saldini, Panigari, Vagliani, Mainetti, Perego, Gozzoli, Vescia, Ratti, Montel, Pradi, Morandi, Filippini, Preti, Regosa Sisti, Trementini, Ponzoni, Penna, Lini, Chiodelli, Piovani, Zoppoli e tanti altri che purtroppo non ricordo.

Erano altri temi, nulla a che fare con le attuali festività spendaccione e sprecone. Fortunatamente tutta queste stomachevole ingordigia, frenesia consumistica e perdita di veri sentimenti non coinvolge tutte le persone e certamente ci sono modi migliori di passare il Natale. 

Colgo l’occasione per fare gli auguri a tutta la redazione di Paese Mio e in primis a Paolo Lombardi e famiglia, che senza di loro non esisterebbe il giornale che viene distribuito in tutte le case. Un buone feste a tutti i lettori e augurio che Gesù Bambino porti a tutti tanta salute, che è la cosa più preziosa al Mondo, e, come dice quel tale, “vogliamoci bene che non costa niente e dà tanto” e, come diceva il grande Nunzio Filogamo, “miei cari amici vicini e lontani Buon Natale e Buon Anno!”. 

Piero Viviani

Grazie Piero, tanti Auguri anche a te dal sottoscritto e da tutta la redazione. Paolo