La psicologa Anna Trivella ha illustrato il bilancio dello Sportello d’ascolto che per tutto l’anno scolastico appena terminato ha condotto all’Istituto statale Don Milani di Montichiari insieme alle colleghe Serena Piras e Michela Volpe. “In via ordinaria abbiamo affrontato insieme agli stuenti che ce lo hanno chiesto le normali difficoltà connesse alla crescita e alla realizzazione dei compiti, in funzione di un successivo invio a servizi esterni laddove ritenuto utile” ha esordito. Per Trivella “quando si parla di adolescenti, esiste un fattore di urgenza: situazioni di difficoltà, a volte non necessariamente gravi, possono però essere vissute molto intensamente e generare sintomi e stati emotivi che mettono a dura prova il ragazzo”. “Quest’anno – informa lo Sportello è stato utilizzato da più di 100 ragazzi, distribuiti in tutte le classi, anche se con una prevalenza di alunni delle prime classi”.

“Benchè esso rimanga prevalentemente uno spazio privato per l’adolescente” ha precisato che “a volte diventa anche un momento di confronto  con la famiglia: in alcune situazioni è stato infatti importante il coinvolgimento dei genitori, qualora il ragazzo lo consenta, per favorire una nuova comunicazione e nuove strategie di intervento. A ciò si aggiunge il lavoro di coordinamento con le figure dei professori, che essendo quotidianamente a contatto con gli alunni, spesso colgono ed intuiscono delle situazioni di disagio dei ragazzi e li inviano allo sportello”.

Le situazioni portate dai ragazzi in consultazione sono riferite essenzialmente “da una parte alla difficoltà di relazione con gli adulti o con i pari (con situazioni di cyberbullismo) e dall’altra alla loro incapacità di vivere ed elaborare l’insuccesso scolastico (con ansie da prestazione). Difficoltà ed insuccessi sono spesso legati a demotivazione e disorganizzazione , ma anche alla difficoltà di darsi una progettualità di vita”. “Nell’area affettiva – invece – prevale il senso di estraneità dai pari e di profondo disagio nelle relazioni. In particolare, per quanto riguarda le prime esperienze di coppia, prevale la paura del distacco e la difficoltà ad assorbire le inevitabili piccole grandi delusioni. Rispetto alla sessualità inoltre i ragazzi chiedono un confronto con l’adulto e desiderano una guida”.

In ambito familiare i ragazzi dicono di “non sentire l’orgoglio genitoriale, con la sensazione di non essere capiti” e “lamentano una forte incomunicabilità, accompagnata però dal desiderio di cambiare qualcosa e per questo chiedono aiuto”.