È partita nel silenzio generale la costruzione dell’impianto di biometano a Bredazzane, struttura che servirà per lo smaltimento dei reflui zootecnici, per la loro trasformazione in energia e per la produzione finale di biometano. Nonostante le contestazioni nate oltre un anno fa, quando gli abitanti della frazione erano venuti a conoscenza del nuovo progetto, che peraltro, almeno sulla carta, appariva già allora avviato e impossibile da bloccare, e nonostante il confronto pubblico con il Sindaco Marco Togni, in un incontro molto partecipato e dibattuto che aveva visto anche diversi allevatori locali schierarsi contro la sua realizzazione, l’autorizzazione alla costruzione è stata comunque firmata. Il via è venuto dall’Ufficio Tecnico, che non poteva non approvare in quanto, dopo diverse e approfondite valutazioni, non sono emersi elementi ostativi che potessero bloccarne l’edificazione. La costruzione degli impianti a biometano, infatti, non abbisogna nemmeno più dell’analisi di impatto ambientale e, anzi, è addirittura favorita dalle leggi nazionali ed europee che spianano la strada a queste strutture perché considerate “green”, cioè impianti verdi all’interno dei quali i materiali di rifiuto possono diventare una risorsa. Nonostante le rassicurazioni, però, i timori dei residenti nella frazione non si placano e sono dettati dal fatto che l’impianto possa creare un incremento di traffico su di una strada già di per sé a forte percorrenza (e scenario in passato anche di gravi incidenti); per il timore di molestie olfattive e per la vicinanza alle case di gas potenzialmente infiammabili. L’impianto, infatti, non sarà di certo di modeste dimensioni ma anzi occuperà 33.780 metri quadri di terreno, riceverà liquami agricoli, biomasse e reflui zootecnici (liquami bovini e polline, cioè escrementi derivanti dal pollame) che, data la sua estensione, sicuramente non proverranno solo da aziende locali ma piuttosto da molti allevatori esterni al Comune di Montichiari. «Come avevamo già chiarito a tempo debito – ha dichiarato il Sindaco Togni – vi sono leggi ben precise che facilitano la costruzione di tali impianti e le valutazioni di fattibilità sono state solo tecniche, non politiche. Come Sindaco, dunque, non potevo oppormi alla sua costruzione. Anzi, nel pacchetto di prescrizioni  abbiamo anche chiesto che vengano trasmessi alla Provincia, al Comune competente e all’Arpa, i referti analitici relativi al ciclo di campionamento previsto, stabilendo che, qualora le analisi evidenziassero il superamento dei limiti fissati per una o più emissioni, la presente autorizzazione sia da considerarsi automaticamente sospesa con l’obbligo di interruzione immediata dell’attività fino all’adozione di tutti gli accorgimenti necessari per risolvere il problema. Richieste e strumenti di controllo severi e segno che i nostri uffici sono stati molto scrupolosi sulla questione, tant’è che il Privato ha fatto addirittura richiesta di impugnazione dei suddetti al Tar. Al momento, poi, non ho firmato nessuna convenzione con i proprietari dell’impianto come compensazione per la costruzione del tutto, proprio perché voglio che la mia posizione sia chiara. Detto questo, come ho già ribadito, non ci si poteva opporre a ciò che la legge permette e anzi facilita». Nonostante la legge e gli approfondimenti tecnici, resta però l’amarezza degli abitanti della frazione Bredazzane e di tutti i monteclarensi costretti a subire un ulteriore sfruttamento del proprio territorio per la costruzione di un impianto di smaltimento reflui.

Marzia Borzi