Il Bar Borgomella di Manerbio continua ad essere un luogo d’incontro per amanti dell’arte “aperta a tutti”. Dal 30 ottobre al 12 novembre, sono state esposte le opere di Lorena Lamagni. Tra scultura e pittura, per lei l’arte è essenzialmente gioco. Lo si vede nel modo in cui ha colorato e sospeso per aria alcune sedie di legno: l’esigenza di arredare si è trasformata in creatività. I colori e le linee che decoravano le sedie si ispiravano allo stile di Niki De Saint Phalle. Quanto al disegno, Lorena predilige i nudi femminili, omaggi alla sensualità. Non è mancato però un omaggio a Mondrian: una citazione dei suoi quadri e delle sue righe fa da sfondo a “Giorgio Diaboliko”, un ritratto del suo compagno trasformato nel celebre personaggio dei fumetti. Una commistione di umano e di bestiale si osserva invece nell’immagine di una donna e di un enorme caprino: la forza di un’unione ispirata da un istinto primitivo. Ha un che di ultraterreno la figura d’un albero bianco, mentre le serie di mandala paiono file di fiori. Queste ultime sono state suggerite a Lamagni dal ricordo dei lavoretti d’infanzia, in un periodo in cui le era impossibile realizzare opere più grandi. Nella loro essenzialità, sono uno sbocciare di colori sorprendenti.
Questa mostra ha chiuso degnamente la serie di esposizioni “In Essere”. Com’è stato prefigurato durante la “Cena degli Artisti”, sempre tenutasi al Bar Borgomella, dobbiamo aspettarci una nuova esperienza simile, intitolata “Ri-Creazione”.
A fare da ponte fra “In Essere” e la futura iniziativa, è stata la mostra “Arte del sole” (20 novembre – 17 dicembre 2022). Essa comprendeva opere provenienti dalla collezione privata di Cesare Merigo, autore di ventitré libri (fra romanzi, raccolte di racconti e di poesie). Ha selezionato tele e sculture che riteneva le più armoniose, fidandosi del proprio istinto di collezionista. Oltre a ciò, lui è il preside della scuola regionale di Costa Montefedele, dove bambini dai 7 ai 13 anni si esercitano in campo artistico. Del suo lavoro nell’istruzione, si dichiara felice.
La mostra “Arte nel sole” si è rivelata un sintetico viaggio attraverso il Novecento. New York (di Bonini) vi era rappresentata con una tecnica ancora impressionista, mentre realistico e “classico” era invece un ritratto di signora manerbiese (Bonera). Particolarmente originale era un Arlecchino in miniatura che danzava sul petalo di una calla (Ponzanelli). Altre tele rappresentavano la campagna, con i suoi carretti a trazione animale e i suoi papaveri al tramonto; esse erano poste in voluto contrasto con le rappresentazioni dei primi veicoli elettrici (Andreoli) – giusto per sottolineare il discorso del “viaggio nel secolo breve”. Come sculture, vanno citati un bronzo di Federico Severino (lo stesso che ha decorato il presbiterio della pieve manerbiese) e una figura femminile ricondotta al suo puro slancio da Remo Bombardieri. La luna sui grattacieli dipinta da Capuano tagliava la scena notturna con nitidezza metallica. Oltre agli artisti già citati, erano rappresentati Ferrari, Nicoli, Schinetti e lo stesso Merigo. Una buonissima premessa per la prossima avventura artistica del Bar Borgomella.
Erica Gazzoldi