Se a qualche cittadino di Manerbio (o di un altro Comune, fa lo stesso) avrà la bella idea di assistere, domenica 20 novembre, alle 14.20 nella biblioteca comunale, i Piazza Cesare Battisti, al Torneo di scacchi organizzato dall’associazione culturale Leonardo di Robecco d’Oglio e dall’assessorato alla Cultura, è cosa buona e giusta che sappia alcune cose. Così, giusto per avere la cognizione che quella che ha davanti è un pezzo di storia, che vale la pena di raccontare.

Cominciamo col ricordare che il gioco degli scacchi è nato nel 600 dopo Cristo in India. Poi la mania di sfidarsi a colpi di re, regine, torri, cavali e alfieri è passata in Persia, quindi, grazie agli arabi, passando per la Spagna e per l’Italia, nel X secolo è arrivata nell’area mediterranea. Insomma: a cavallo tra il primo e il secondo millennio il gioco degli scacchi è sbarcato in Europa.

Già che ci siamo, ricordiamo pure che il famoso termine «scacco matto», che indica l’individuazione del vincitore con conseguente fine della partita, deriva dalla voce arabo-persiana «sha mat», che vuol dire «il re è morto». Quanto alla scacchiera, è una sorta di cosmogramma: basti pensare che, nei templi massonici, il pavimento è a scacchi bianchi e neri è l’emblema della legge duale che regola l’Universo, rappresenta la luce e la tenebra nell’esistenza terrestre, il bene e il male, il corpo e spirito.

Gli scacchi e la scacchiera, dunque, non sono un semplice gioco, ma il simbolo della vita, della storia. E come tali nasconde un sacco di curiosità. Ad esempio: lo sapevate che il numero possibile di partite di scacchi supera di gran lunga il numero di elettroni nell’universo? Impressionante.

Dicono che per giocare a scacchi serva essere dei mezzi cervelloni. Mah. Però forse sarà per questo che, durante la Seconda Guerra Mondiale, alcuni dei migliori giocatori di scacchi vennero utilizzati per decifrare i codici segreti nazisti. A proposito di guerra (e dintorni). Chi non è più tanto giovane ricorderà che, negli anni della guerra fredda, tra gli Stati Uniti d’America e l’allora Urss (Unione delle repubbliche socialiste sovietiche), si era aperto uno spiraglio di dialogo proprio grazie agli scacchi. Alfieri e portabandiera delle due superpotenze erano l’americano Fischer e il sovietico Spassky, che si sfidarono in memorabili partite. In una di queste, nel 1972 a Rekjavik, i russi incolparono la sedia di Fischer per delle anomalie nel modo di giocare di Spassky. Cosa non si fa pur di aver ragione…

Volete sapere come nacque la scacchiera pieghevole? Era il 1125 e la Chiesa aveva proibito di giocare a scacchi, perché era considerata un’azione peccaminosa. Non riuscendo a fare a meno del gioco, in appassionato e intraprendente prete inventò una scacchiera che da lontano potesse sembrare due libri messi uno sopra l’altro. Era nata la scacchiera pieghevole. 

Un’ultima curiosità: vi siete mai chiesti perché, nonostante la Torre e il Cavallo somiglino ai propri corrispondenti nella realtà, il resto dei pezzi no? Il motivo è che prima di raggiungere l’Europa, gli scacchi vennero praticati nel mondo islamico, e l’Islam proibisce la realizzazione di statue che assomigliano alle persone.

L’iscrizione alla gara costa 5 euro. Informazioni al 334-9829073. MTM