La Fondazione Casa di Riposo di Manerbio Onlus chiede un aiuto.  

La Rsa di piazza Aldo Moro vorrebbe dotarsi di un sollevatore attivo da destinare alla riabilitazione degli ospiti e chiede un sostegno economico. 

Il dispositivo consente spostamenti dal letto alla carrozzina e dalla carrozzina al wc per persone che hanno ancora una minima autonomia di movimento. 

Si tratta di un sollevatore che rende più agevole gli spostamenti degli ospiti e facilita il loro movimento anche al personale sanitario e alle fisioterapiste. 

Attualmente la struttura dispone di 44 sollevatori a binario, uno per ogni stanza di degenza, che però hanno una funzione diversa rispetto a quello “attivo”. 

I sollevatori a binario vengono utilizzati quando l’anziano è completamente immobile e non ha più alcuna autonomia di movimento. 

“Sarebbe importante per noi poter acquistare un sollevatore attivo da utilizzare per gli spostamenti di quelle persone che ancora mantengono un minimo di autonomia nei movimenti” spiega la direttrice della Rsa Giuditta Galli “chiediamo quindi un aiuto ai cittadini per sostenere questa spesa”

Una richiesta che non deve e non può rimanere inascoltata per una Onlus che svolge un ruolo essenziale per il nostro territorio. 

L’anno della pandemia ha lasciato strascichi emotivi non indifferenti anche nella casa di piazza Aldo Moro. “Abbiamo vissuto momenti molto difficili” ammette Galli “dopo il primo lockdown abbiamo avuto 25 posti liberi. 

E’ stato tremendo sotto ogni profilo, in primis quello psicologico”

Le difficoltà sono state molte, anche a livello economico. 

Il Comune di Manerbio ha destinato 50 mila euro di risorse “Covid” alla Rsa, contribuendo così a risollevarne l’andamento finanziario. Oggi la casa di riposo di Manerbio è a pieno regime con 85 ospiti è la situazione è decisamente migliorata rispetto ad un anno fa. Nelle scorse settimane gran parte degli ospiti e del personale della Rsa ha ricevuto il vaccino. 

L’adesione alla campagna vaccinale è stata molto alta e questo consente, oggi, di operare all’interno della struttura con una discreta sicurezza, sebbene pur sempre nel rispetto delle disposizioni governative anticontagio. 

Con l’entrata, nelle scorse settimane, nella fascia “arancione rafforzato” e poi ancora fascia rossa della provincia di Brescia, sono state interrotte le visite dei parenti e sono riprese le videochiamate degli ospiti e dei loro cari, sempre con l’aiuto del personale della Rsa. 

“Alla fine di dicembre avevamo inaugurato la tenda degli abbracci” ricorda la direttrice Galli “è stato molto emozionante. Abbiamo letto la gioia sui visi dei nostri nonni e su quelli dei loro cari. 

Un momento che non dimenticherò mai”.  

Ora gli anziani sono tornati a rivedere i famigliari in un video del telefono, come è accaduto nei mesi scorsi quando la Rsa è stata costretta a sospendere le visite per proteggere gli ospiti dalla seconda ondata di pandemia.

“Anche se a fatica, abbiamo trovato la forza di risollevarci” conclude Galli, che non dimentica di menzionare l’encomiabile lavoro di tutti gli operatori e di quanti, dall’esterno hanno offerto e continuano ad offrire il loro contributo per sostenere la Rsa.

E’ stato grazie ai cittadini e ai benefattori se, nelle scorse settimane, gli ospiti hanno potuto ritrovare, seppur per un breve periodo, i loro cari attraverso la tenda degli abbracci. 

I manerbiesi – e non solo loro – sono generosi con la vita. 

Amano i loro nonni che, oggi più che mai, rappresentano una risorsa insostituibile per le nuove generazioni così penalizzate da una guerra tanto invisibile quanto tremenda. 

Ed è ai manerbiesi e a quanti hanno a cuore la comunità che si rivolge la Rsa di piazza Aldo Moro. 

Basta una piccola somma denaro – da parte di chi vuole e può donare – per poter raggiungere la cifra di 4.789.20 euro. 

Con questo denaro sarà possibile alleviare la fatica dei nostri nonni e di chi si prende cura di loro.  

Barbara Appiani