Si è tenuto nei giorni scorsi un incontro promosso dalla lista “Patto Civico per Alghisi Sindaco” e, francamente, sorgono alcune perplessità circa la natura di tale organizzazione. Innanzitutto, è quanto mai improprio promuovere un incontro utilizzando un logo relativo ad una lista che ha al proprio centro la candidatura di Alghisi Sindaco, candidatura impossibile stante la incandidabilità del nostro attuale primo cittadino che ha maturato due mandati consecutivi e che, per legge, non è ricandidabile.

Delle due l’una: o il richiamo ad Alghisi Sindaco è un… refuso o rappresenta la foglia di fico messa a copertura della mancata indicazione del vero candidato alla poltrona di sindaco per i prossimi cinque anni. Ma non solo, dalla presentazione dell’incontro emerge che si cercano nuove idee da mettere in campo per la prossima competizione elettorale amministrativa.

Modo alquanto insolito di rovesciamento dei ruoli: non sono i candidati a chiedere il giudizio degli elettori su un programma ma si chiede agli elettori di dare fondo alla propria fantasia elaborando un programma che poi i dirigenti politici porteranno in attuazione.

Per la verità il mondo non gira in questo modo: la normalità vorrebbe che chi si candida da amministratore uscente, abbia un bilancio sociale con attività e obiettivi raggiunti, a cui far seguire progettualità in armonia con quanto realizzato da portare al confronto degli elettori e non viceversa…

Ma, evidentemente, a causa della mancata definizione di candidature concrete nel segno della continuità amministrativa i dirigenti della lista Patto Civico per Alghisi Sindaco, ridefinita durante l’incontro Patto Civico per Manerbio, hanno ritenuto utile comprare tempo spostando l’attenzione dall’esperienza decennale maturata alla conduzione dell’amministrazione comunale verso un “nuovo” programma.

Va detto anche che la “verginità politica e amministrativa” dopo 10 anni di governo del nostro Comune è quanto meno improbabile … per questo il tentativo camaleontico di presentarsi con un piccolo restyling millantando un prodotto nuovo assume la natura della “ciofeca” spesso evocata dal mitico principe Antonio de Curtis in arte Totò. Ma, forse, si vuol nascondere che il vero obiettivo è che “tutto cambia perché nulla cambi”? di gattopardiana memoria.

L’onestà intellettuale vorrebbe che chi ha gestito per 10 anni la cosa pubblica ne rivendichi i risultati, se ci sono, e, se si ricandida, ne dia conto nel segno della continuità. Parlare di una nuova sceneggiatura senza cambiare gli attori in commedia è poco credibile per una proposta politica che vuole dirsi di nuovo conio…

Per questo allora alcune riflessioni sorgono spontanee: se le nuove politiche sono il frutto delle nuove idee e dei nuovi progetti maturati ora nel confronto con i cittadini-elettori, per quale ragione non sono state previste in questi ultimi dieci anni? Si tratta di una evidente sconfessione della propria esperienza amministrativa e allora perché gli elettori dovrebbero confermare gli stessi amministratori?

Alcune domande sulla esperienza passata, prima che lo sviluppo di nuovi programmi, dovrebbero trovare risposta in termini di responsabilità politica e amministrativa da parte di chi si ripropone al giudizio degli elettori:

• quale attenzione è stata riservata ai temi del lavoro e dello sviluppo economico del nostro territorio e con quali risultati?

• quali politiche urbanistiche sono state avviate per non sprecare il territorio in una logica di recupero del patrimonio edilizio dismesso?

• quali politiche sociali sono state alla base dell’impegno amministrativo e che risultati sono stati raggiunti?

• quali spazi di dialogo e confronto sono stati riservati al mondo del volontariato e dell’associazionismo?

• quali azioni sono state intraprese per porre il nostro Comune al centro del dialogo intercomunale in una prospettiva di cooperazione proattiva?

• quali scelte sono state fatte per rendere l’apparato pubblico funzionale al cittadino in risposta ai problemi reali e quotidiani?

• quali politiche sono state avviate per razionalizzare i servizi pubblici locali in un’ottica di economicità ed efficienza?

Solo rispondendo a queste domande risulta credibile una proposta politica originale e concreta.

Andrea Almici

Post-scriptum: ritengo, come tanti altri manerbiesi, che ci sia lo spazio per sviluppare e costruire una solida alternativa all’amministrazione uscente, con credibilità, competenza e trasparenza, ed evitare che ci venga servita una… “ciofeca”.