Il più evidente è lo spreco di denaro. Nell’Italia del rigore e della spending review, la lista degli sprechi è ancora lunghissima. Si pensi, ad esempio, alle inutili colate di cemento e asfalto, costate decine e decine di miliardi di euro (paradigmatica l’oramai famigerata autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, Cenerentola delle opere pubbliche in Italia: mai completata dal 1974 ad oggi).

E poi lo spreco alimentare. E’ stato calcolato che se fosse possibile recuperare gli sprechi alimentari si potrebbero sfamare 2 miliardi di persone al mondo.

Vogliamo poi parlare dell’acqua? In Italia in consumo pro capite dell’acqua è di 70.000 litri l’anno, uno dei più alti del mondo. Decisamente troppi. Una bulimia che nasconde anche tanti sprechi, compresi quelli più insidiosi dei quali neanche più ci accorgiamo.

Ma c’è anche lo spreco di tempo. Gli esperti ne hanno catalogati 8 tipi. Primo: gli errori che facciamo, e che ci costringono a rifare una cosa che abbiamo già fatto. Secondo: la sovrapproduzione. Soprattutto in ambito industriale, sfornare a ciclo continuo prodotti che poi non vengono acquistati dai clienti può essere un errore fatale.

Terzo: attese superflue. Pensate, ma è solo un esempio, al tempo che sprechiamo per le code in auto, alle poste, in farmacia… Quarto: trasporti inutili. Pensiamo, ad esempio, ai pendolari, costretti a buttar via una o più ore al giorno per spostarsi da casa al luogo del lavoro e viceversa.

Quinto: movimenti non necessari. Non vanno confusi con i trasporti del punto 4; stiamo parlando delle azioni che compiamo durante il nostro lavoro e che non aggiungono reale valore. Sesto: magazzino eccessivo. Il riferimento è ai troppi oggetti della vita quotidiana, che speso creano disordine e confusione (non solo mentale). Settimo: processi inutili. Un solo, banale esempio: si pensi a quegli studenti che perdono ore a ricopiare gli appunti in bella copia. Ottavo: spreco di competenze. Ogni volta che investiamo troppo tempo in attività e progetti in cui ci sentiamo sicuri e a nostro agio – dicono gli esperti -, ma che non ci fanno crescere, buttiamo nel cesso la nostra vita professionale».

Convinti che sprechiamo tanto del nostro tempo? Noi sì. Per questo ci piace il progetto «Banco di San Martino 41», nato a Manerbio su iniziativa di Acli, Comune, Caritas, Gocce di Solidarietà, Mamma Africa e Tilt. L’obiettivo del progetto è di «sviluppare nella comunità l’idea di lotta allo spreco sotto tutti i profili: culturale, economico e materiale».

Tre gli strumenti messi in campo. Primo: sostenere lo scambio di oggetti nell’ambito di una piattaforma informatica, accessibile dal sito www.bancodisanmartino41.com, dove sarà possibile incrociare gli oggetti offerti o trovarne di interesse. Il secondo è la «Banca del Tempo San Martino 41», grazie alla quale è possibile mettere a frutto la propria disponibilità di tempo e le proprie capacità a favore di chi ne ha bisogno.

Il terzo è il «Portierato sociale San Martino 41», che si propone di intercettare i bisogni e le necessità delle persone residenti. In pratica una rete di solidarietà creata per favorire il dialogo e la comprensione fra le persone e le istituzioni. MTM