E’ di Bagnolo, ma la conoscono tutti anche a Leno, Ghedi, Montichiari, Offlaga, Bassano… 

Anche a Manerbio, naturalmente. Anzi: molti cittadini (giovani ed ex giovani) di Manerbio hanno spesso e volentieri hanno avuto a che fare con lei, perché fino ad un anno fa ha diretto l’Istituto superiore Vincenzo Capirola di Leno. 

Molti cittadini di Manerbio, insomma, sono stati suoi ex alunni: l’hanno avuta come insegnante o come dirigente scolastica.

Stiamo parlando di Ermelina Ravelli (nella foto) «la» preside. 

Ne stiamo parlando perché, dopo aver appeso la cattedra al chiodo ed essere andata in pensione (nel settembre del 2019), non riuscendo a stare con le mani in mano (proprio non ce la fa; del resto, ha passato una vita a scuola, dalle 7.30 del mattino a sera inoltrata, praticamente tutti i giorni, dal lunedì al sabato); non riuscendo a stare con le mani in mano, dicevamo, s’è messa in testa di fare il sindaco di Bagnolo, suo Comune di residenza.

La candidatura di Ermelina Ravelli non è dei giorni scorsi: l’ha annunciata tempo fa. Non ne abbiamo mai parlato prima perché, nel frattempo, cioè dopo che lei aveva espresso la volontà di entrare nell’agone politico-ammi-nistrativo, è arrivata la pandemia, con tutti gli annessi e i connessi, compreso il rinvio delle elezioni amministrative, che dovevano tenersi in primavera, ma che, a causa del Covid, sono state posticipate al prossimo autunno.

Spostamento, questo, che ha «spiazzato» tutti, compreso la preside, che ha avuto un attimo di tentennamento. Ovvio: una campagna elettorale di un paio di mesi è una cosa, una di sei/otto mesi è un’altra. Ma non sono questi gli imprevisti che spaventano una come Ermelina Ravelli, che infatti ha «ritarato» la sua corsa per essere pronta quando dal Viminale verranno finalmente indette le amministrative.

Così come, fino ad ora, non abbiamo mai parlato della candidatura, non ci addentriamo, per il momento, nelle proposte/promesse elettorali: verrà il tempo, semmai, di farlo. 

Piuttosto, crediamo sia opportuno chiedersi che sindaco sarà Ermelina Ravelli, sempre ammesso, ovvio, che i suoi concittadini la eleggano. Nessuno può dirlo, perché non ha mai ricoperto questa carica.

Al momento, sulla scia di quanto ha fatto in tanti anni da dirigente scolastica, possiamo solo dire che è una donna molto determinata, che va dritta al dunque; una donna pragmatica, che affronta i problemi vis-à-vis, senza girarci tanto intorno.

Ha un bel caratterino, perché, per dirla con un vecchio adagio bresciano, «la sa fa mìo schisà le sìgole ‘ndèi öcc». Ma ha un cuore grande così, che ha sempre utilizzato per sostenere i suoi studenti e i suoi insegnanti, che venivano prima di tutto, spesso anche prima della sua vita privata.

Certo, fare il sindaco non è come fare il dirigente scolastico: a scuola, per dirla con un altro proverbio, «contenta lei, contenti tutti». 

In Municipio bisogna confrontarsi con la giunta e con il consiglio comunale, perché se viene meno la maggioranza si va a casa. Ma Ermelina Ravelli ne ha viste, e superate, tante…

MT Marchioni