In linea di principio non è contrario, ma dal momento che (giustamente) la scelta spetta alla scuola, il Comune si adegua.

L’argomento in discussione è la settimana corta nelle scuole, che, se passasse, rimarrebbero aperte dal lunedì al venerdì, con il sabato tutti a casa. Se ne parlava già da tempo un po’ dappertutto (quindi non solo a Manerbio), perché l’idea di avere il sabato libero da sempre stuzzica molti docenti, che avrebbero il sabato libero (di solito molto ambito), ma anche molte famiglie, che in questo modo potrebbero fare senza problemi tutti gli week end che vogliono.

La settimana corta è tornata d’attualità negli ultimi mesi, in concomitanza con l’aumento dei costi dell’energia. Il ragionamento che sta alla base di questo rinnovato interesse è semplice: se la scuola rimane aperta dal lunedì al venerdì, quindi 5 giorni e non 6, questo si traduce automaticamente in un risparmio del gas e dell’energia elettrica. Su questo ragionamento, che in linea di principio non fa una grinza, bisogna fare qualche distinguo, perché, purtroppo, non tutto è così lineare.

«Non possiamo dimenticare – spiega Fabrizio Bosio, assessore alla Pubblica istruzione -, che a Manerbio ci sono il Tempo prolungato e l’indirizzo musicale. C’è, insomma, un orario “maggiorato” rispetto ai corsi tradizionali. Questo significa che, se noi chiudiamo la scuola il sabato, per poter fare tutte le ore programmate bisogna tenerla aperte più pomeriggi e/o più ore al pomeriggio. Il risparmio di corrente e gas, insomma, rischia di essere vanificato».

Ciò premesso, l’assessore giustamente sostiene che una eventuale scelta in merito alla settimana corta non debba essere presa dall’amministrazione comunale, ma dalla scuola, cioè dalle persone, dirigente e docenti, che vi lavorano. E la scuola ha scelto di non puntare sulla settimana corta.

«Per questo – continua Bosio -, pur non essendo contrari in linea di principio, dal momento che dalla scuola non ci sono pervenute delibere ufficiali, abbiamo deciso di mantenere la settimana normale. Di continuare, insomma, come abbiamo sempre fatto. Se la scuola ha deciso di non puntare sulla settimana corta avrà certamente le sue buone ragioni, che noi rispettiamo».

Discorso diverso per la scuola di Offlaga, che fa riferimento a quella di Manerbio. Lì, forse perché ci sono poche classi, quindi numeri diversi rispetto a Manerbio, s’è deciso che, da fine ottobre, entrerà in funzione la settimana corta.

L’esperienza di Offlaga potrebbe essere una bella occasione per verificare il reale funzionamento di questa suddivisione oraria, così che, nel caso, per l’anno prossimo si possa ragionare con maggior cognizione di causa. MT Marchioni