Storie di calcio con albe e tramonti di una società, l’A.C. Montichiari, che seppe risalire la china fino ad arrivare al professionismo di C2 per poi “arrendersi” e subìre una fragorosa sparizione: immagini ingiallite, altre in bianco e nero e scatti dei giorni nostri con i vari undici titolari a svettare sul campo del “Menti”, ma anche segmenti, tracce di un passato monteclarense tra circuiti aerei e automobilistici, uomini che mordono cani, ospedali dedicati al Principe di Napoli, stadi intitolati al Littorio, drammi e travagli, speranze e rinascite di un paese con ambizioni e velleità di città. È un secolo frastagliato quello che emerge da “Novecento rossoblu”, il volume curato da Danio Sigalini che riporta al centro della scena le vicende di 90 anni di vita della squadra calcistica nata nel 1928 e, con essa, delle più o meno fugaci avventure di altre realtà del settore, insieme a cronache del tempo, spigolature e curiosità per amanti della storia locale tratte dai giornali dell’epoca. Un viaggio per capitoli o per aree, se si vuole, che il Comune ha patrocinato e presentato a fine agosto in sala consiliare per volontà dell’assessore allo Sport Guido Lanfranchi, anch’egli protagonista sui campi da calcio tra gli anni Settanta e Ottanta: i volti di un’epoca che fu rossoblu si sono presentati all’appello per rinverdire i fasti di un gruppo che, in forme e ruoli diversi, ha promosso con costanza socializzazione e impegno volontario, dando linfa a un vivaio folto e importante. Scorrendo le pagine si “incrociano” vecchie glorie del passato come il grande Comaschi, scomparso pochi anni fa, il portierone Nodari che si distinse negli anni ‘50 e ‘60 in serie C su e giù per lo Stivale, l’indimenticabile Frigerio che pure maturò in importanti formazioni. Tre nomi tra i tanti che issarono i colori del Montichiari in alto mentre il vento spirava ora forte ora più debole sul Romeo Menti, l’impianto dedicato a uno dei caduti di Superga (scelta che fecero, peraltro, anche a Vicenza, mentre a Brescia si optò per un altro granata, Mario Rigamonti). Sigalini, appassionato di sport come lo fu il padre, grazie al sostegno di amici quali Almo Maggi e Luciano Treccani e a diversi contributi a partire da quello di Danilo Mor che per lunghi anni curò su L’Eco della Bassa la rubrica sui rossoblu, è riuscito nell’impresa di ricreare questo mondo ormai sfilacciato e per certi versi obliato ridandogli fisionomia e sostanza. Un prezioso “regalo” alla comunità, nel nome dei genitori a cui è dedicato, che appare sempre più utile per rammentare cosa abbia rappresentato lo sport più popolare al mondo sotto i sei colli, quella che per Pasolini era “l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo”. Chi fosse interessato ad acquistarne una copia può rivolgersi alla Macelleria Maggi in via Felice Cavallotti, 8.

Federico Migliorati