Rovato sta per ripartire, è tutto pronto, o quasi. 

È oltremodo chiaro come si debba procedere in completa sicurezza, metaforicamente con le cinture ben allacciate ed il piede leggero su-l’acceleratore, considerato il periodo che stiamo attraversando, nel quale di smoderato può esserci soltanto il rispetto delle regole e l’uso del buonsenso;direttamente proporzionali alle nostre chances di successo. “Ma dove arriva se parte?”, recitava una canzone di Cochi e Renato e nel nostro caso la risposta è…un ritorno al futuro, questo rimasto sospeso per un anno (quasi pare un secolo) nonché talvolta creduto perso per sempre ma che ora sta facendo la sua ricomparsa, pur a piccoli passi. 

È imperativo andare avanti, a tutti i costi, tuttavia non a qualunque prezzo. Può apparire paradossale ma basta riflettere su quanto questo sia doveroso e nondimeno scongiurare gli errori del passato indispensabile, per non pregiudicare l’avvenire, pur dovendo prolungare taluni sacrifici e rinunce ancora un poco. 

Rovato si rimette in moto in un pot-pourri di ripartenze e ripartite, scaglioni e scaglionamenti, tra i dubbi e le diffidenze di tanti nonché le speranze ed esigenze di molti; in comune l’auspicio di salire su un treno che da tempo sbuffa fermo o procede a passo d’uomo. Una volta a bordo consapevoli di condividere il nostro viaggio con due insoliti compagni: da una parte il timore di dover scendere già alla stazione successiva e dall’altra la speranza di arrivare senza più ostacoli a ormai pluri rimandate destinazioni. 

“E la vita l’è bela, l’è bela, basta avere l’ombrela, che ti para la testa”, continua la canzone; sarà che per tornare in testa è auspicabile usare bene la nostra, poi tutto il resto dovrebbe andare da sé, ancor meglio a gonfie vele.

Giuseppe Agazzi