Venerdì 29 settembre alla Biblioteca Cesare Cantù c’è stata la presentazione di Vedrai ti porterò lontano. Sono entrata chiedendomi se sarebbe venuta gente, temevo non ci fosse nessuno. Sono entrata chiedendomi cosa fosse passato del mio messaggio e cosa il mio libro aveva lasciato in chi l’aveva letto.

E poi, di gente ne è arrivata tanta, e ciò che più mi interessava era che dall’analisi fatta da Bianchini come anche da Gabri Marini che nel mio libro c’era molto su cui ragionare.

Tratteggiati con brevi pennellate c’era un mondo dove qualcuno soffriva, qualcuno cercava di salvare se stesso e la propria famiglia da un disastro, alcuni nascevano, altri morivano.

E’ esattamente ciò che accade ogni giorno su questa palla che gira, abitata da una umanità che sta sempre recitando la stessa trama. Con attori che indossano sempre le stesse maschere. C’è chi opprime gli altri e chi è oppresso. C’è chi è indifferente alla triste sorte di alcuni e chi cerca di aiutare a cambiare un sistema che è iniquo e merita una bella scrollata.

Gabri ha rilevato le due righe di una breve poesia che ho scritto molti anni fa. Parlavo della luna e della sua indifferenza. Quella poesia l’avevo scritta perché non capivo come mai da sempre gli uomini sognino cose che non si possono realizzare e fabbricano su questi sogni enormi castelli di carta. “Di tutte le illusioni io temo il tacito inganno dei sogni”. Dico che la luna ci parla di inganni e da sempre ci urla cose che non capiamo. I sogni per esempio.

Ma cosa c’è di più bello del sognare? E cosa c’è di più bello del tentare di realizzarli questi sogni?

Mio padre ci leggeva i Miserabili di Victor Hugo. Era un libro alto, tutto gualcito a furia di girare di qui e di là. In tutta quella storia, scritta nella seconda metà dell’800, c’era un pensiero illuminista e liberale, ma anche socialista, dove le ingiustizie dovevano essere eliminate. e i miserabili dovevano essere aiutati.

Teresa è una analfabeta, povera, vedova e generosa. E’ una figura che appare tossendo e scompare quasi subito. Ma è lei la vera protagonista di questa storia. E’ lei, che comincia ad alleviare le pene di alcune donne povere e vecchie come lei che la ringraziano andando al suo funerale.

Ecco, nella prossima lettura che penso di proporre con il gruppo teatro, partirò da Teresa perché è lei, che non sapeva leggere, che aveva capito cosa bisognava fare.

Facendosi leggere e rileggere quel brano dei candelabri donati dal vescovo a Jean Valjen, si fa portatrice di tutto il significato del mio libro.

E’ nel dono che emerge ciò che siamo. E nel porgere la mano con qualcosa dentro che ci distinguiamo da coloro che invece la chiudono a pugno e non lasciano andare niente.

Laura è simile a Teresa, ha sofferto come lei e ne ha fatto tesoro.

Tutto ciò che Laura fa, comparendo nella cascina dei Bela, è sollevare le pene di chi le sta intorno.

Crescere i bambini, seminare fiori oppure grano è più importante che credere nelle storie che gli uomini si sono inventati per dare potere a qualcuno e timore ad altri. L’unico timore di cui dobbiamo avere paura è quello di essere egoisti, oppure indifferenti a chi ci passa accanto, oppure approfittare degli altri ingannandoli e togliendoli gli strumenti per crescere e diventare persone che sanno pensare. Non solo a se stessi ma a questa umanità che recita sempre questo copione. A questi ingannati che meritano di essere poveri perché sono stupidi. Come dico a pagina 65 dando la voce a Cesare Cantù. Ma Domenico, nel mio libro, afferma una grande verità. La povertà è solo il frutto di una cattiva politica.

Un giorno ebbi una discussione con un socialista sul perché gli uomini sono cattivi.

Lui, citando Sant’Agostino disse perché il peccato originario è dentro di noi. Io citando Hugo gli dissi che era solo a causa della nostra stupidità e meritiamo l’inferno dentro il quale viviamo: poveri sempre più poveri e ricchi sempre più ricchi e prepotenti. Umili, diseredati e miserabili da sfruttare, non da far crescere come persone. L’importante è metterli in prigione. E poi le guerre. Tutte stupide.

Purtroppo la poesia non salverà il mondo come a volte ho pensato.

Ma la luna lo sa che questo nostro mondo è un teatro dove, troppi combattono per togliere, mentre coloro che donano sono troppo pochi.

E’ per questo che vanno ricordati. La serata è stata allietata dalle canzoni e dalla musica di Sergio Lorandi e Alberto Zambelli. Voce narrante Simona Rosa.

L’assessore Valentina Bergo ha avuto belle parole di stima per questo libro e gli argomenti trattati.

Mariolina Cadeddu