Sin da bambini siamo stati abituati all’idea che le bocce sono prettamente un gioco per anziani. Magari insieme ai nostri nonni siamo andati anche a vedere le loro partite. Niente di più sbagliato, sono uno sport di primissimo livello e, specialmente in Italia, si è affermato ad altissimi livelli. Per chi non lo sapesse le bocce oltretutto diventerà nel 2024 anche sport olimpico, quindi, saranno ancora di più gli sportivi che si avvicineranno ad esso con la speranza di vincere una medaglia olimpica ed entrare nella storia della Federbocce italiana. Abbiamo pensato quindi di fare luce su questo sport intervistandone un giovane talento rovatese Alessandro Bertocchi.

Quando è iniziata la tua passione per le bocce?

E’ iniziata esattamente nel 2008 all’età di 8 anni. Durante quell’estate ero al mare con i miei genitori e nel nostro lido era presente un campetto dove venivano organizzati dei tornei. A quel punto, incuriosito, provai a partecipare e rimasi sorpreso. Al ritorno dalle vacanze mi iscrissi ad una società bocciofila, l’unica a Rovato, ovvero la “Rovatese”. Forse questa passione è nata molto prima in me, inconsciamente, dato che ho foto ricordo da piccolissimo con delle bocce di plastica tra le mani. Inoltre, il gioco delle bocce era praticato anche da mio nonno.

Rovato, la Franciacorta e Brescia in generale, che rapporto hanno con questo sport? 

Come detto in precedenza, a Rovato, l’unica società bocciofila presente è la “Rovatese”, a differenza di tanti anni fa quando le realtà sportive del settore erano molteplici. La “Rovatese” insieme al Presidente Francesco Lancini, ha organizzato e organizza gare giovanili, gare provinciali o regionali ed una gara a scopo benefico, dovei i fondi raccolti vengono donati a varie associazioni. Ampliando il discorso nel territorio, Brescia è una delle province italiane che propone più gare, soprattutto serali, in Italia. In passato il nostro comitato era diviso tra Franciacorta, Città e Garda; ognuno di questi tre piccoli comitati preparava gare settimanali. Tuttora, nonostante questa divisione non sia più presente, si continua così. L’unica differenza è che, per via dei costi e dei rincari attuali, molte società stanno chiudendo i battenti, soprattutto in Franciacorta. Di conseguenza, meno società uguale meno gare organizzate.

Che importanza hanno avuto le vittorie nella tua carriera sportiva? Quante sono ad oggi?

Inizialmente non sai dove puoi arrivare, parte tutto come un gioco, come una nuova avventura da affrontare. Non avevo la minima idea delle emozioni che si provano nel vincere una gara e mai avrei pensato di potercela fare però – da vero juventino – porto sempre dentro di me il famoso motto “Fino alla fine”. Dal 2008 ad oggi ho perso il conto delle vittorie, dei successi che ho portato a casa. Credo che all’incirca si aggirino intorno ai 130/140. Sono partito all’età di 8 anni tra le categorie juniores vincendo la mia prima gara nella categoria esordienti, per continuare la mia striscia vincente nelle categorie ragazzi e allievi. Una volta conclusa l’esperienza juniores, fino ai 18 anni, sono passato nel grande mondo dei seniores partendo dalle categorie inferiori fino a raggiungere la massima categoria. Qualsiasi successo è importante per me e ogni successo è uguale all’altro per la dedizione e la passione che vi metto. Ovviamente tra le tante vittorie qualcuna spicca più delle altre. Tra queste  la mia prima al primo anno agonistico. Posso ricordare i molteplici titoli provinciali e regionali nelle categorie giovanili, posso ricordare gare nazionali vinte, ricordo i buoni piazzamenti nei campionati italiani. Ricordo molto bene un weekend dove al sabato mi sono aggiudicato il titolo provinciale e il giorno dopo ho vinto una gara nazionale. Anche se non è stato un successo, ho indossato la maglia azzurra della Nazionale, un onore e un grosso traguardo per me essendo partito da zero. Una menzione speciale va data ai miei genitori che mi hanno sempre seguito e accompagnato fin dal principio; quindi, i successi li dedico anche a loro

Allenamento: preparazione fisica o mentale?

Chi è distante dal mondo delle bocce può pensare ad uno sport semplice; non è così. Può essere considerato semplice se lo si pratica per hobby; quando lo si pratica in maniera seria, agonistica e ad alti livelli diventa chiaro che non lo è. Ci vuole allenamento fisico e mentale. La tenuta fisica è molto importante; può capitare di giocare per tutto il giorno (dalle 9.00 di mattina alle 8.00 di sera) e se si è fragili fisicamente, a lungo andare, non è possibile performare come si dovrebbe. Per aiutare la costanza fisica ho iniziato a frequentare la palestra tre volte a settimana. Oltre alla tenuta fisica è molto importante quella mentale; è uno sport che richiede molta pazienza, molta calma, molta freddezza e molta concentrazione. Ogni minimo passo falso o distrazione può costare caro. Se non sei libero mentalmente – da qualsiasi pensiero – puoi incappare in errori banali. Ecco perché alcune società di alto livello hanno un mental coach in grado di seguire gli atleti e la squadra.

Le bocce sono spesso considerate un passatempo per gli anziani; tu, invece, sei la dimostrazione del contrario. Come ringiovanire le bocciofile italiane?

E’ uno sport che può essere praticato da qualsiasi persona a qualsiasi età, dai più grandi ai più piccoli. Negli ultimi anni il settore giovanile sta andando sempre più a svanire a causa del numero di iscrizioni in calo. Per questo motivo, a mio parere, i piani alti di Roma dovrebbero lavorare duramente per incentivare le Società a credere nel settore giovanile e per stimolare i giovani ad avvicinarsi a questo sport. Rispondere a questa domanda è davvero difficile, dato che fino ad ora non ci sta riuscendo nessuno, però posso cercare di dare una mia interpretazione da giocatore. A mio parere bisognerebbe intervenire prima di tutto sulle società stesse, dando una sorta di compenso per ogni giocatore giovane nuovo iscritto questo per far sì che esse puntino sul settore giovanile per farlo crescere. Prima di compiere questo passo si pone il problema di come avvicinare i ragazzi allo sport delle bocce. E’ complicato perché ormai si orientano tutti sugli sport classici e più conosciuti, dove se “diventi qualcuno” lo possono vedere tutti. Il mondo moderno si basa sulla tecnologia; si dovrebbe ,quindi, cercare di sfondare nel mondo dei social, cercare di farsi notare in TV sui canali più importanti, cercare collaborazioni con brand prestigiosi, far pubblicità e poi bisognerebbe investire seriamente sui premi delle gare organizzate, così da incoraggiare i giovani a continuare vedendo una fonte di guadagno iniziale.

Mauro Ferrari