Ogni città vive il proprio tempo, spesso assai diversamente tra loro, basti pensare che in alcune sembra muoversi al rallentatore mentre in altre scorre in modo frenetico.

Si potrebbe supporre quest’ultime “al passo coi tempi”, se ne paragoniamo i ritmi che circolavano una volta, certo meno rapidi rispetto ad oggi.

Come non ricordare i nostri genitori e nonni, a cavallo delle loro biciclette, percorrere anche lunghi tragitti? Oggigiorno invece la maggioranza di noi adopera comode nonché scattanti automobili, moto e scooter, i quali hanno sembra ombra di dubbio cambiato molte nostre abitudini.

Pensiamo a Rovato e le sue belle frazioni: quanti ancora adoperano i velocipedi per muoversi da un punto all’altro della capitale franciacortina?

Spesso si è indotti a considerare una città più in linea con i tempi moderni tanto più essa si muove motorizzata ma la realtà è in grado di sorprenderci più velocemente di una supercar o una moto GP. In quante le biciclette non sono mai state appese al chiodo, o sono tornate in auge, si respira (è proprio il caso di dirlo) un aria più salubre nonché una maggiore “contemporaneità” rispetto a dove non s’adoperano affatto.

Rovato è al passo coi tempi poiché vi si sono realizzate (e si prosegue in questa direzione) diverse piste ciclabili; tuttavia la strada da percorrere è ancora lunga e, pertanto, auspichiamo possa non essere troppo…in salita.

Una domanda sorge spontanea: noi impareremo ad utilizzarle ogni giorno o rimarranno “cattedrali nel deserto”?

Parafrasando il detto:”hai voluto la bicicletta? Ora pedala!”, nel frattempo potremmo fare una capatina in garage o cantina così da rispolverare la nostra cara, vecchia due ruote, in realtà assai economica e per nulla anacronistica. Ha solo due ruote ma parecchie peculiarità ed indubbi vantaggi, oltre ad una marcia in più perché è un toccasana per la salute, non inquina l’ambiente ed il suo impiego fa risparmiare sul costo del carburante. Ma non finisce qui, pertanto, non ci resta che inforcarla; solamente in questo modo riusciremo a scoprirne con gioia e come per magia tutti gli altri.

Giuseppe Agazzi