Dopo decenni di disinteresse che ha visto il più bel monumento della Franciacorta trasformarsi in un brutto caotico parcheggio con dehors necessari ma architettati senza costrutto, finalmente si incomincia a parlare della Piazza Cavour, inizio e chiave di volta di una nuova visione del centro storico. 

Spiace però dover osservare come questo dibattito parta con una lacuna: senza considerare la questione dirimente che riguarda la Piazza. 

Il progetto di restauro del 2005, come approvato dalla Soprintendenza prevedeva solamente i 20 parcheggi esterni a delimitazione della Piazza e nessun parcheggio negli spazi interni.

Le disposizioni delle Belle Arti sono per loro natura prescrittive ed è fatto obbligo al Comune di rispettarle e farle rispettare. 

La Soprintendenza, in sede stessa di autorizzazione al progetto, dispose inoltre che la Piazza dovesse essere utilizzata esclusivamente per manifestazioni culturali e attività mercatali. 

Niente parcheggi dunque! e tale era presupposto perché il progetto venisse approvato. 

In un generale impazzimento abbiamo invece assistito alla indebita creazione di parcheggi che arrivarono a riempire interamente la Piazza raggiungendo il sensazionale numero di 40.

Pur nella impossibilità di destinarla a parcheggio, Amministrazioni improvvide che si sono succedute, vi tracciarono addirittura linee blu, trasformando parcheggi illegittimi in parcheggi a pagamento aprendo uno scenario inverosimile anche perché c’è da chiedersi come una Amministrazione comunale sia legittimata a riscuotere pagamenti per soste di autoveicoli su una superficie preclusa ai parcheggi per la qual cosa è chiamata a vigilare!

Il dibattito e confronto sulla Piazza deve partire con il piede giusto della legalità, cioè osservando e facendo osservare le prescrizioni della Soprintendenza: niente macchine in Piazza e un utilizzo riservato ai soli fini mercatali e culturali.  

Ciò detto si tratterebbe di aprire un percorso articolato su due fronti: un calendario delle attività culturali e mercatali che impegni annualmente il Comune e che auspicabilmente coinvolga esercenti e associazioni; accanto a ciò una riorganizzazione logistica della Piazza per renderla maggior-mente fruibile e rispondente alle necessità.

Per il primo aspetto servono manifestazioni culturali di livello ad esempio, accanto ad altre, la mai dimenticata “Stagione lirica in Piazza”. Manifestazioni (magari organizzate dalla Pro loco che può ricevere finanziamenti dalla Regione e che a Rovato non si sa più che fine abbia fatto) che sappiano qualificare la Città nel contesto ampio della Franciacorta (non certo i gonfiabili, trenini o giostrine).

Per il secondo aspetto, diffidando dal fai da te e dalle possibilità dei geometri di paese, si potrebbe, come altrove ampiamente praticato, sottoporre il riesame della Piazza per una sua migliore fruizione, a concorso di idee. La posta in gioco è alta!

Nel frattempo bene fa il Sindaco a sperimentare la graduale chiusura della Piazza. Bene fanno le minoranze ad applicarsi ad un tema dimenticato per troppi anni.  

Tino Buffoli