’è un’iniziativa educativa e coinvolgente, liberamente aperta a tutti al Convento dell’Annunciata sul Monte Orfano per i prossimi lunedì sera: si tratta degli “Incontri sul Monte” con protagonista il Professor Raffaele Mantegazza, docente di Scienze umane e pedagogiche all’Università di Milano Bicocca. Si occupa di formazione di insegnanti ed educatori, genitori e personale medico e infermieristico. Ha svolto ricerche sui temi della Shoah, dell’educazione alla morte e al dolore, dell’educazione alla Costituzione, dell’intercultura, della bioetica. Ha sviluppato un progetto di ricerca e di formazione denominato “pedagogia della resistenza”. Ha pubblicato con Franco Angeli, Dehoniane, Castelvecchi, Elledici Leumann. 

 Il tema è: “Elogio all’ebraismo”, un percorso volto ad approfondire una religione che rappresenta l’identità di un popolo ma anche un messaggio universale. Tutti gli incontri si svolgeranno dalle 20.30 alle 22 nella Chiesa dell’Annunciata; il primo si è tenuto il 4 marzo, intitolato “Ascolta Israele”, per ripercorrere un viaggio di oltre 2mila anni. E’ fissato per l’11 marzo il secondo appuntamento, “Il Signore è nostro Dio”; il 18 marzo “Il Signore è uno”, terzo e conclusivo evento in cui ci interrogherà su monoteismo e pluralità aprendosi al dialogo interreligioso. 

 “L’ebraismo – spiega Mantegazza – mi è venuto incontro prima di tutto con il volto dei libri di Primo Levi e di Elie Wiesel; l’ho incontrato, tenace e resistente, al fondo del progetto che lo voleva cancellare dalla faccia della Terra. L’ho conosciuto come forma di salvaguardia della dignità e dell’identità di tanti deportati e deportate. Nelle testimonianze dei deportati ebrei mi ha colpito, fin da ragazzo, come questa strana miscela di religione, ritualità, cultura, fede, speranza, lettura, mantenesse una straordinaria forza di opposizione al nazismo e all’annientamento. Mi sono chiesto cosa ci fosse di così forte in questa identità così indebolita dalle offese e dalle aggressioni ma mai del tutto piegata. La mia idea di una pedagogia della resistenza è profondamente debitrice alla forza resistenziale dell’ebraismo”.

Le conoscenze apprese e i relativi sentimenti che ne sono derivati hanno dato vita a “Elogio dell’Ebraismo” pubblicato da Fefè Editore, un testo di poco più di cento pagine in cui l’autore riflette su alcuni concetti fondamentali nell’ebraismo. Diviso sostanzialmente in due parti, la prima riporta cinque capitoli, i cui titoli sono i nomi (ebraici) dei cinque libri della Torah, ovvero del Pentateuco, mentre nella seconda i capitoli sono sei come gli ordini della Mishnà, la Legge orale trascritta dal Rabbino Yehuda Hanassi nel III secolo dell’Era Cristiana. Ognuno di essi è introdotto da una breve strofa dei migliori cantautori italiani. 

Dal libro è nato poi l’idea del ciclo di incontri che approda ora in Franciacorta: “La cosa che personalmente mi affascina dell’ebraismo – ha dichiarato in un’intervista l’auotore – è l’estrema capacità di tenere aperte le domande, di non chiudersi nella apparente facilità di risposte banali da catechesi superficiale. Il che non significa affatto che l’ebraismo lascia l’uomo e la donna nello smarrimento e nell’assenza di risposte, ma che àncora queste ultime all’interno di un percorso di ricerca, di un viaggio esistenziale che non si accontenta mai dell’ultima risposta ma la mette sempre e continuamente in discussione”.

Mauro Ferrari