Questi i temi trattati durante il convegno organizzato da Confagricoltura, presso la Sala del Pianoforte del palazzo municipale, nella seconda parte della mattinata di venerdì 15 marzo.

Anche se di carattere tecnico e di settore, le tematiche affrontate, vanno a contrastare una serie di pregiudizi e ideologie che un certo tipo di politica cavalca a danno del settore zootecnico; tutti argomenti con i quali gli allevatori bresciani si stanno confrontando da un po’ di tempo, interagendo anche con paesi esteri, come per es. l’Argentina, dove l’allevamento è tra le attività principali dell’economia del Paese e dove si riscontrano problematiche simili a quelle italiane.

Ospite d’eccezione, infatti, è stato il prof. Andrès Baldo dell’Università Nazionale di La Plata in Argentina. La sua testimonianza ha permesso il confronto tra la situazione bresciana e quella dello stato sudamericano su tematiche comuni del mondo dell’allevamento, alla ricerca di soluzioni utili per entrambi.

Il sindaco Tiziano Belotti ha aperto l’evento portando i saluti di tutta l’Amministrazione Comunale mentre, il vice presidente di Confagricoltura Brescia Oscar Scalamana, ha introdotto gli argomenti puntando subito il dito contro chi, non senza faziosità, mette sotto accusa gli agricoltori del settore zootecnico, perché «…sono quelli che inquinano, trattano male gli animali e fanno loro del male, mentre, nella realtà, noi curiamo il territorio di cui siamo da sempre i detentori e i custodi, creando un prodotto sano, di qualità e sostenibile». Un dato sottolineato anche negli interventi seguenti.

Giovanni Albrici, veterinario della Direzione Generale Welfare di Regione Lombardia, parlando di “antimicrobico resistenza”, ha invitato tutti alla collaborazione: «Una gestione ottimale della sanità animale – ha detto – può essere ottenuta solo in cooperazione con i detentori di animali, con gli operatori, i veterinari sia pubblici sia privati, i partner commerciali, insomma, con tutte le parti interessate. […] Il farmaco in allevamento deve essere usato in modo razionale, perché il benessere è alla base della diminuzione del suo uso. Per questo occorre lavorare tutti insieme».

Il collega Fabio Foresti ha illustrato lo strumento Classyfarm ossia la piattaforma informatica, inserita nel portale nazionale della veterinaria (www.vetinfo.it), che elabora una notevole mole di dati provenienti da diverse fonti (raccolti sul campo o da altri sistemi informativi) attraverso appositi processi di business intelligence. I dati qui forniti possono essere di grande utilità agli allevatore per valutare le proprie aziende. Nel suo intervento sugli antimicrobici ha spiegato che «…i quattro pilastri per ridurre gli antimicrobici sono: una buona sanità degli animali, quindi una altrettanto buona salubrità degli ambienti, ottenuta soprattutto con la biosicurezza sia esterna sia interna e, a seguire, la gestione degli animali e il controllo delle patologie, senza dimenticare un quinto ambito, ovvero la formazione per tutte le categorie».

Le conclusioni, sono state affidate al prof. Andres Baldo. «In Argentina – ha spiegato – ci sono 54 milioni di capi allevati ogni anno con allevamento all’aperto e al pascolo, che sono meno complessi nella gestione, tuttavia, anche da noi, l’attività sta divenendo sempre più intensiva con problematiche da gestire molto simili a quelle degli allevatori bresciani». Anche il docente ha ricordato l’importanza di «…lavorare insieme: perché, la strada per avere un buon risultato di fronte ai problemi, è giocare di squadra per migliorare sempre più».

Il messaggio di fondo è sicuramente quello di una maggiore collaborazione per ottemperare alle norme e progredire verso un minor uso di antibiotici; occorre arrivare a semplificare un sistema che è ancora molto complesso e con criticità che vanno assolutamente risolte. La cooperazione è essenziale per garantire il benessere dell’animale e la riduzione del farmaco che è alla base della antimicrobico resistenza, problema mondiale a cui bisogna porre rimedio in tempo.

Emanuele Lopez