Era il 1972, un anno particolare per i tifosi bianconeri. 

Dopo diverse stagioni difficili, la Juventus, profondamente rinnovata e carica di nuove speranze ed aspettative, era riuscita a strappare il suo quattordicesimo scudetto dopo una finale che aveva visto la Vecchia Signora combattere fino all’ultimo minuto contro un’agguer-ritissima Inter, campione in carica dalla precedente stagione 1970-1971.

L’ondata di entusiasmo, da Firenze, dove si disputò la finalissima, giunse fino ad Orzinuovi, con uno stuolo di centinaia di tifosi pronti a portare la gioia della coppa anche nella Capitale della Bassa. 

Il racconto prende così vita da due scatti, conservati a lungo dall’ovanenghese Battista Gandelli, che mostrano una folla festante che si snoda nelle vie del centro storico, tra piazza Vittorio Emanuele II e piazza Garibaldi. 

Erano presenti tutti i tesserati allo Juventus Club cittadino intitolato a Giampietro Boniperti, presieduto dal dott. Giorgio Gallina: più di trecento, di ogni età e provenienza (perché non c’erano solo orceani, ma anche molti dai paesi del circondario, specie Villachiara e Roccafranca), uniti da una grande passione per la loro squadra del cuore. 

A ricordare con affetto quei momenti è Gianpaolo Festa, all’epoca segretario del club, e che era presente, alla testa del corteo, proprio durante i grandi festeggiamenti per lo scudetto della stagione ’71-72. 

«L’idea per celebrare questo grande trionfo era quella di organizzare qualcosa che sarebbe rimasto negli annali della storia orceana – ha raccontato Festa – Decidemmo allora di raggruppare tutti i nostri soci e di farli sfilare per le vie del centro della città, tutti con maglie e bandiere rigorosamente bianconere». Non mancò, come sempre accade in queste occasioni, anche un po’ ironia. Infatti, dopo una prima brigata di giovanotti che avevano il compito di aprire il corteo, per suscitare l’ilarità del pubblico era stato posto un asinello vestito dei colori dell’Inter, la squadra perdente, a cui si affiancarono due grandissimi tifosi nerazzurri come Adriano Zucchi, detto il Tìti, e il dott. Mario Bodini.  

Una scena che significava molto più che una semplice burla, ma anzi un atto di profondo rispetto ed etica sportiva, con la piena disponibilità a complimentarsi con i propri avversari risultati vincitori, partecipando perfino al loro corteo trionfale. Insomma, inutile dirlo, altri tempi ed altri protagonisti. 

Nessuna differenza però quando si parla di rinfresco: tutti i partecipanti infatti, insieme ai tanti cittadini accorsi per godersi lo spettacolo, trovano in piazza Garibaldi tutto quello che si poteva desiderare per un gustoso spuntino domenicale.  

Due damigiane di vino, salame e panini in abbondanza, perché in fondo, anche se juventini, interisti o chicchessia, di fronte a pa e salam si diventa tutti della stessa parrocchia. 

Infine, durante la celebrazione, Festa, affacciatosi al balcone di casa Franguelli in piazza Vittorio Emanuele II, lesse una poesia scritta da un altro grande juventino e cittadino orceano Mino Martinazzoli, anch’egli certamente giubilante per la vittoria della sua squadra del cuore. Una bella storia, che riporta ad un passato di grande vicinanza e capace di suscitare, specialmente di questi tempi, il grande desiderio di tornare a far festa insieme per sentirci, ancora come in passato, tutti parte di una grande Comunità. 

Leonardo Binda