Sulla collina dei camici bianchi Orzinuovi ha lasciato diverse croci. Tra queste anche il dottor Giuseppe Violetti (nella foto), ginecologo in pensione di 78 anni. Persona di estrema raffinatezza e pacatezza, molto stimato in paese, è stato per circa 30 anni il ginecologo di riferimento dell’ospedale di Orzinuovi. Dai primi anni ’70 più di 5 mila sono stati i bambini nati sotto le sue cure.

Colonna portante e storica del nosocomio orceano insieme ai medici Gallina, Lombardi e Saurgnani, di cui è stato amico fino alla fine, agli inizi del 2000, quando fu decretata la chiusura del reparto di Maternità, è stato trasferito all’ospedale di Manerbio, per poi completare la sua carriera come primario nel presidio ospedaliero di Chiari fino al ritiro in pensione 10 anni fa.

Originario di Tavernole sul Mella, si era laureato a Modena in Medicina e Chirurgia e successivamente specializzato in Ginecologia all’Uni-versità degli Studi di Brescia. Giuseppe Violetti è spirato agli Ospedali Civili, dove era ricoverato da circa 20 giorni. Lascia la moglie Franca, le figlie Francesca e Paola e un nipote.

Noi vogliamo ricordarlo con le parole di un suo collega e carissimo amico, il dottor Gianfranco Lombardi:

Caro Beppe, mi rivolgo a te come se tu fossi ancora tra di noi, perché non riesco a credere che tu sia stato risucchiato da una terribile tempesta dovuta ad una odiosa infezione virale che ha martoriato molte famiglie, privandole degli affetti più cari. Caro amico, le mie prime frequentazioni con te risalgono a quasi 50 anni or sono, quando un mattino, dopo una mia guardia notturna molto dura, ti vidi salire le scale dell’ospedale Tribaldi Pavoni presentandoti ed informandomi che volevi chiedere al prof. Silani, direttore dell’ospedale, di poter ricoprire il posto libero di assistente in chirurgia. Ricordo la mi gioia quando fosti subito assunto, perché finalmente potevo avere un valido aiuto nel lavoro ospedaliero e nelle guardie mediche. Cominciando così una fattiva, duratura e fraterna collaborazione, sempre più rafforzata dal fatto che avevamo le nostre case appaiate con i balconi affiancati e quindi con la possibilità di vivere una vicinanza che ci permetteva di colloquiare giornalmente.

Certamente la consuetudine sia nel lavoro che in altri campi della vita ha evidenziato le tue grandi capacità tecniche nell’ambito della ostetricia-ginecologia e per di più ha fatto conoscere la tua capacità di approfondimento su quesiti sia di natura sportiva che prettamente culturale con una capacità logica rafforzata da un vivace memoria. Tale attitudine si ripeteva negli anni della pensione nei colloqui con i nostri amici al bar, ai quali non facevi mai mancare giuste ed apprezzate valutazioni su tanti argomenti di politica, sport, storia e filosofia. 

Da ultimo caro Beppe ti voglio parlare della grande passione per le tue amate montagne della VAL Trompia che ha condiviso con Franca per tutta la vita. Ricordo che i tuoi occhi brillavano di gioia quando ci raccontavi le fatiche alpinistiche. Vecchio Leone e non Leone vecchio sono sicuro che in qualche parte del cielo c’è una nuvola lucente che ti sorriderà sempre”.

Silvia Pasolini