Alla fine il gran giorno è arrivato: dopo tanta attesa, domenica 10 aprile, alle 16 al Teatro Bonoris, alla presenza del sindaco Marco Togni e del vicesindaco Angela Franzoni (che nei mesi scorsi avevano dato il loro contributo affinché l’operazione andasse in porto), i musicisti della Banda di Montichiari hanno sfoggiato la nuova divisa. Un bel completo blu molto elegante. Prima del concerto, il presidente Francesco Badalotti ha chiamato sul palco sindaco e vicesindaco: per ringraziarli della loro presenza (ai concerti della banda non mancano mai…), ma anche per quanto hanno fatto e continuano a fare.

Loro, prima hanno fatto i complimenti a tutti, poi hanno bonariamente rimproverato il maestro Massimo Pennati, il presidente e l’intera la Banda, invitandoli ad esibirsi più spesso, perché «quando suonate voi, è sempre tutto più bello».

A proposito di esibizione. Come avevamo annunciato, quello del 10 aprile non è stato un concerto tradizionale, ma una sorta di chiacchierata musicale alla scoperta di colui che molti considerano il più grande musicista mai passato sulla faccia della terra: Mozart. Mescolando abilmente musica e chiacchiere, Gianantonio Frosio (il tubista della banda, che per l’occasione ha vestito anche i panni del «narratore») ha raccontato aspetti meno o poco noti del genio di Salisburgo. Una sorta di «tutto quello che volevate sapere su Mozart, ma che nessuno vi ha mai detto».

Sempre con il supporto della musica, Frosio l’ha presa alla larga, spiegando al pubblico la differenza tra linguaggio verbale e linguaggio musicale, quindi alcune questioni tecniche (come ad esempio la tonalità), per poi passare all’analisi del primo movimento della Sinfonia 25. Sono uscite cose molto interessanti, che solitamente mai nessuno racconta (di certo non i libri scolastici). Ad esempio, che, al pari di tutti i musicisti del XVII secolo, Mozart s’è spesso scontrato con i suoi «datori di lavoro»; che sulla sua morte sono state fatte più di 100 ipotesi; che ha avuto una vita sentimentale molto movimentata (idem sua moglie Costanza); che probabilmente soffriva della sindrome di Tourette, che lo portava ad avere un linguaggio non propriamente da educande delle Orsoline… Un Mozart diverso, insomma, ma non per questo meno grande, anzi…

Dunque, un bel 10 e lode alla Banda, ai suoi componenti e al suo maestro Massimo Pennati, che senza farsi tante paturnie hanno deciso di affrontare questa sfida. Giusto per dimostrare che, con la Banda, si possono fare un sacco di cose, cultura compresa. Basta un po’ di inventiva e la voglia di fare. MTM