Fra i doni più dolci (nel verso senso del temine) del Natale appena passato c’è stato quello di SAPSO, laSanità Privata Sostenibile fondata nel 2018 da Carla Montanari e Nicola Colosio con lo scopo di aiutare famiglie con figli disabili che abbisognino di terapie indispensabili per mantenere le abilità residue, che quest’anno ha scelto di proporre, a tutti coloro che hanno voluto sostenerla, non i soliti panettone o pandoro ma vasetti di dolcissimo miele, quello prodotto da Davide Manfredini. Con questo gesto l’associazione ha così supportato anche un giovane monteclarense impegnato in una professione che è quasi una sfida per i tempi che corrono e che in pochissimi ragazzi scelgono di affrontare. Davide Manfredini, infatti, diplomato Perito Agrario presso l’istituto Bonsignori di Remedello, ha preso in mano l’azienda agricola di famiglia e svolge con grande passione un lavoro spesso molto duro, a cui affianca, da ben 12 anni lo studio del canto sotto la guida della Maestra Samanta Tisi. 

«Con Sapso, la collaborazione è nata in maniera estremamente naturale – racconta Davide – Carla Montanari e Nicola Colosio sono amici di famiglia di vecchia data. Un giorno, Nicola mi ha telefonato, informandomi che, per questo Natale, l’associazione aveva deciso di proporre dei vasetti di miele per autosostentamento e mi ha chiesto se ero disposto a diventare il loro fornitore. Ho accettato subito con entusiasmo e in nome della stima e amicizia che provo per loro. La mia attività di apicoltore è iniziata circa due anni fa, quando mi si è presentata l’occasione di succedere ai miei familiari nella conduzione della piccola azienda agricola già da anni costituita. Uno dei primi grattacapi che è sorto è stato: come diversificare questa azienda di vecchio stampo e renderla più competitiva? Rivolgendomi allo studio tecnico Tecno Agri di Goito e, in particolar modo alla figura di Stefano Bertolini (proprietario di tale studio), mi è stato presentato il bando giovani agricoltori che l’Europa ha emesso nel mese di marzo 2021. Tra le varie opzioni proposte, e ragionando sulle possibilità aziendali, mi balenò in testa l’idea di inserire le api nella mia azienda. Un azzardo, si, ma anche una vecchia curiosità che risale alla mia infanzia. Amavo fin da piccolo, infatti, osservare le api nei campi e nel mio giardino e sono sempre stato affascinato dalla loro società assai complessa. Così, dal momento in cui ho deciso che strada prendere per l’azienda, ho iniziato a studiare il mondo delle api sia sui libri sia da vari apicoltori che da più anni fanno questo difficile mestiere. Poi, nel maggio scorso sono arrivati i miei primi 10 sciami e da lì, la passione è cresciuta di giorno in giorno fino ad arrivare a contare nella mia azienda  86 alveari. L’impostazione aziendale sta passando ormai da agricoltura convenzionale ad un’agricoltura mirata alla salvaguardia e al maggior benessere delle mie api. Mia mamma Anna e mio fratello Andrea mi hanno aiutato tantissimo in questo primo anno di attività e sono senza dubbio le prime persone che mi sostengono e credono in me. Un enorme grazie va anche al mio compagno, Nicholas, che sta al mio fianco ogni giorno e miei cari amici che non son stati da meno. La soddisfazione più grande è stata dimostrare a me stesso che i sogni, col tempo, possono diventare realtà e che le passioni ti fanno davvero dimenticare cosa significhi “lavorare duramente”»