Il turismo rappresenta la risorsa principale di molti territori, tanto che oggi per portare avanti efficienti politiche economiche, civiche e sociali ci si deve affidare anche ad un preciso piano di valorizzazione delle eccellenze artistiche e culturali del luogo che si intende amministrare. Per approfondire l’argomento e per valutare quali strategie sarebbero più adeguate per raggiungere anche a Montichiari validi obiettivi, ci siamo rivolti a Paolo Boifava Direttore di Montichiari Musei, il sistema museale affidato dal Comune alla Montichiari Multiservizi che comprende il Museo Lechi, il Bergomi, Il Museo Agostino Bianchi, il Castello Bonoris, il Past e la Pinacoteca Pasinetti. Dottor Boifava quali strategie potrebbero risultare più adeguate per una maggiore valorizzazione museale? «Credo che siamo sulla buona strada. Il Castello Bonoris in primis ha visto una crescita esponenziale di visitatori che hanno di conseguenza scoperto la nostra città. In questi anni ci ha dato molta visibilità la sinergia con Visit Brescia, l’unico operatore turistico strutturato che ha ottenuto risultati evidenti, anche con campagne social accattivanti. Anche perché (ricordiamolo) è espressione della Camera di Commercio e pertanto sul campo ha i mezzi e la forza per essere davvero efficace. Sarebbe importante incentivare questa collaborazione. Purtroppo non è sempre possibile garantire l’apertura di tutti i nostri musei e fortunatamente il Comune ci mette a disposizione ogni anno alcuni volontari del Servizio Civile. La situazione è più difficile per la Pieve di San Pancrazio e per il Teatro Bonoris dove la Parrocchia e l’Associazione Teatro mancano di un gruppo di volontari che ne garantiscano l’accessibilità.» Un tavolo di lavoro che coinvolga tutti gli operatori del turismo potrebbe essere utile per dare un contributo concreto a queste criticità? «Certamente, poiché le parti coinvolte sono varie: gli albergatori, le associazioni, i musei. Proprio discutendo recentemente con il direttore di Visit Brescia è emersa un’idea che mi auguro sia possibile sviluppare in futuro con le Amministrazioni Comunali e le istituzioni museali del territorio. In poche parole, considerando che ormai il pubblico (soprattutto dopo il covid) ha familiarizzato con la prenotazione on-line, sarebbe interessante verificare la fattibilità di una piattaforma unica di prenotazione per la visita dei siti culturali. Questo permetterebbe di ridurre gli alti costi di gestione delle singole biglietterie on-line di ogni museo e, allo stesso tempo, darebbe la possibilità ai tanti turisti interessati di scoprire più facilmente che oltre al Castello di Sirmione, al Vittoriale o al Museo di Santa Giulia – per citare i luoghi più prenotati – esistono molte altre destinazioni interessanti che faticano a farsi conoscere». Che ne pensa della proposta fatta recentemente di aprire il parco del castello Bonoris durante tutto l’anno? «Già con la giunta Fraccaro si provò ad aprirlo anche durante la settimana ma l’affluenza fu purtroppo scarsa. Per le sue caratteristiche particolari il parco richiede la presenza di personale che faccia una guardiania molto attenta. Segnalo per esempio che negli anni si sono più volte verificati episodi di lancio di pietre verso l’abitato sottostante che in qualche caso potevano trasformarsi in tragedia. Detto questo personalmente credo molto nel cosiddetto “turismo dei giardini” che all’estero sta macinando numeri impressionanti. Con un tipo di pubblico che porta un considerevole indotto. Tuttavia la proposta di apertura del parco del castello mette in luce nel nostro caso anche un problema da risolvere, ovvero l’assenza di un custode/manutentore. Una figura che sarebbe indispensabile, soprattutto per curare le piccole necessità anche nei giorni festivi. Ne cito alcune: il controllo quotidiano del vasto impianto di irrigazione, il mantenimento del selciato, la reperibilità notturna per gli allarmi antincendio, la piccola riparazione dei sanitari nei bagni, la minima manutenzione dell’illuminazione interna ed esterna. In particolare il castello dopo ogni forte temporale va verificato in ogni ambiente per la conta dei danni, delle infiltrazioni di acqua, dei canali di scolo otturati, delle reti anti-piccioni da riparare. Stiamo parlando di un’architettura storica e di uno spazio verde dalle dimensioni rilevanti. L’elenco dei piccoli lavori da curare è lungo e l’ufficio tecnico comunale, già sotto pressione, fatica a seguire tutto quanto. Fino al 2010 la figura del custode era per altro presente potendo usufruire dell’abitazione di proprietà comunale che si trova a fianco della salita di ingresso. Forse potrebbe essere affittata con un canone agevolato in cambio dei lavori sopra elencati. Ma naturalmente sono decisioni che vanno valutate attentamente dall’Amministrazione comunale.

Quali sono dunque a suo parere le strategie migliori per potenziare e migliorare l’accoglienza turistica? Vorrei qui condividere senza intenti polemici tre piccoli auspici che (credo) potrebbero migliorare l’accoglienza turistica.In primo luogo,da tempo, i visitatori meno attrezzati mi fanno notare che nel centro storico manca del tutto una cartellonistica che possa indirizzare i turisti che si muovono a piedi verso i vari musei, chiese, luoghi di interesse storico ecc. Si potrebbe copiare quanto fatto nel centro storico di Lonato del Garda con pannelli studiati in modo intelligente. Sul fronte dei turisti stranieri non siamo ancora abbastanza preparati. I nostri musei mancano di audioguide in lingua straniera. Il Comune sta partecipando con un progetto a un bando regionale che spero venga premiato.Mi chiedo, infine, se a Montichiari non siano maturi i tempi per superare la dualità delle Pro Loco, affinché nasca un’unica associazione che possa concentrarsi anche sul fronte dell’accoglienza turistica con un ufficio dedicato. 

Marzia Borzi