Quali sono i motivi che la spingono a candidarsi e quali sono le sue esperienze?

Le motivazioni che mi hanno spinto ad accettare l’invito a candidarmi sono molteplici. 

Una delle più rilevanti è sicuramente il desiderio di promuovere una Amministrazione comunale che, senza limitarsi a gestire l’ordinario, sappia mantenere in ogni scelta uno sguardo di lungo periodo. È un desiderio che ho da sempre, ma che è diventato particolarmente forte da quando sono diventata mamma. 

Quanto alle esperienze, in questi anni ho avuto l’opportunità di conoscere da vicino la realtà del Comune. Ho iniziato la mia esperienza politica locale nel 2014 ricoprendo prima l’incarico di Consigliere comunale di maggioranza, poi quello di Assessore (con varie deleghe tra le quali i Lavori pubblici) ed infine quello di Consigliere comunale di minoranza. Nel 2020 poi ho vinto un concorso pubblico ed ho iniziato a lavorare nel Comune di Calcinato prima ed in quello di Lonato poi. E prima di questa nuova avventura nella pubblica amministrazione non è mancata la possibilità di fare esperienze lavorative nel settore privato (in particolare turismo e ristorazione). Mi sento pertanto molto fortunata per tutte queste esperienze perché credo mi saranno molto utili, se sarò eletta, per cercare di ricoprire al meglio l’incarico di Sindaco e soprattutto per essere operativa sin dal primo giorno del mandato. 

Come è composta la sua squadra? Sono molto orgogliosa del gruppo di persone che si sono messe in gioco a supporto della mia candidatura. Il filo conduttore del nostro gruppo è la voglia di mettere al centro le persone e l’interesse di Montichiari, a prescindere da cosa uno voti a Roma o in Europa. Questo approccio ci ha permesso di coinvolgere tanti cittadini e cittadine, sia giovani sia persone di esperienza, vincendo la sfiducia diffusa rispetto alla politica e iniziando da subito a scommettere sulla partecipazione diffusa, attiva e qualificata dei nostri concittadini. Montichiari ha risorse umane che sono davvero eccellenti e che meritano di essere valorizzate. 

Cosa vorrebbe cambiare a Montichiari e quali sono i piani per un rilancio del paese?

Credo sia necessario cambiare passo su molti fronti. 

Pensiamo per esempio al turismo.  

Sono convinta che Montichiari, con tutte le sue bellezze storico artistico-culturali e l’eccellente offerta in termini di ospitalità alberghiera, abbia tutte le carte in regola per diventare un tappa di riferimento per i numerosi turisti stranieri che visitano ogni anno il Lago di Garda. 

Questo comporta però che l’Ammi-nistrazione comunale si attivi per stringere accordi sia con gli operatori turistici che operano nel basso Lago di Garda sia con altre realtà del territorio quali la città di Brescia e la provincia di Mantova con l’obiettivo di fare sistema. Da soli non si va da nessuna parte, in particolare su un tema quale il turismo, e se lo si fa si rischia di perdere molti treni (pensiamo agli oltre 6 milioni di turisti che hanno pernottato a Brescia durante l’anno di “Brescia e Bergamo capitali italiane della cultura” e che potevano rappresentare un’opportunità d’oro per il rilancio del turismo a Montichiari). 

Un secondo esempio è il Centro Fiera del Garda che deve assolutamente diventare autonomo dal punto di vista economico (ritengo infatti che non sia fisiologico che tutti gli anni il Comune di Montichiari debba versare centinaia di migliaia di euro per sostenere il Centro Fiera – dal 2005 ad oggi dalle casse del nostro Comune sono usciti oltre 8 milioni di euro per sostenere il Centro Fiera). La Fiera deve inoltre iniziare ad essere valorizzata come potenziale fonte di turisti per la nostra Montichiari visto che tutti gli anni le manifestazioni fieristiche richiamano migliaia di visitatori i quali, purtroppo, non vanno però oltre il perimetro della fiera di turno. Un terzo terreno di cambiamento è rappresentato dal mondo dello sport. È necessario prestare la dovuta attenzione a tutti gli impianti sportivi (es. Montichiarello, Palageorge, Piscine, etc.) evitando che si ripetano situazioni ove i soldi del Comune si concentrino in via prevalente su un solo impianto (pensiamo al Velodromo che ad oggi è costato oltre 20 milioni di euro di cui oltre 8 milioni di euro a carico delle casse del Comune di Montichiari). E la manutenzione programmata ed adeguata degli impianti sportivi, necessaria per garantirne il corretto funzionamento nel tempo, porta con sé ovviamente anche la necessaria e doverosa attenzione da riservare a tutte le associazioni sportive ed a tutti i gestori dei vari impianti. 

Se fosse eletta, quale sarebbe la prima cosa che farebbe? 

Il primo atto sarebbe quello di chiedere a tutti, sia maggioranza sia opposizione, di mettersi al servizio della nostra Montichiari. Vorrei infatti una comunità più unita, capace di superare le tensioni che ogni campagna elettorale porta con sé e dove si possa valorizzare il contributo di tutti: premessa, questa, indispensabile per cambiare davvero e cambiare in meglio. 

Quali sono le cose che la preoccupano di più in caso di vittoria della coalizione di Marco Togni?

Durante tutta la campagna elettorale ho cercato di evitare polemiche e scontri inutili, preferendo condividere con i miei concittadini la nostra idea di Montichiari.  

Sono certa che i Monteclarensi non desiderino scegliere un Sindaco che “naviga a vista”. Sono convinta che non sceglieranno l’autoreferenzialità, “l’uomo solo al comando” e l’idea che tutto quello che si fa lo si può fare solo con la filiera politica (Comune-Regione-Governo). I Monteclarensi non vogliono questo. Perché queste caratteristiche riducono di molto la possibilità di gestire in modo efficace le sfide complesse che ci aspettano (pensiamo, per fare solo un esempio, allo sviluppo urbanistico collegato all’Aeroporto). Montichiari ha bisogno, a mio parere, soprattutto di visione di lungo periodo, di partecipazione diffusa e della capacità di intessere relazioni positive e corrette con tutte le istituzioni sovracomunali, a prescindere dall’orient-mento politico-partitico del momento.

Montichiari ha compreso la forza della nostra proposta e non serve puntare sui punti di debolezza degli avversari.