“Solo e nei pensieri assorto, me ne stavo a rimuginar con il fraterno silenzio, nel quale si colmava il vuoto della società”. Così esordisce Vuk Misic, giovane poeta monteclarense, in uno dei componimenti che la casa editrice romana Dantebus ha voluto includere in un canzoniere di recente pubblicazione intitolato “I poeti di via Margutta”. Misic, classe 2000, è riuscito nell’impresa di vincere un agone poetico e di veder così messe nero su bianco le proprie liriche, insieme ad altri sette giovani autori. “Figlio del romanticismo tedesco”, così si descrive lo studente, oggi iscritto all’università e attualmente in Germania per uno scambio culturale, serbo d’origine ma sin dalla tenera età residente qui a Montichiari, poeta che ha vissuto le sue prime esperienze con rime e figure retoriche proprio tra i banchi delle scuole superiori cittadine. “Ho sempre studiato tutto molto volentieri, ma ho sempre amato con particolare forza la letteratura – ha raccontato – La mia attività letteraria inizia in quarta superiore, quando il professore di inglese ci chiede di cimentarci nella stesura di un componimento poetico. Da quel momento non ho più smesso e ora ho visto coronato il mio sogno di apparire in un’importante pubblicazione”. Per Misic, letteratura significa, prima di tutto, espressione di sé. “Scrivere mi ha aiutato a superare dei momenti difficili e spero che, così come ha fatto con me, possa essere di ausilio anche alla società in cui viviamo – continua – La mia è una letteratura d’impegno, che vuole trasmettere un messaggio”. La prospettiva di Misic non è sfuggita ai suoi editori, i quali, nel commento al testo, sottolineano come egli “crei una poesia fondata sulla riflessione e sulla profonda ricerca di un senso reale e tangibile da far indossare alle esperienze che lo accompagnano nel corso della sua esistenza”. Ben venga dunque l’impegno, la dedizione e il desiderio di parlare di sé, del prossimo e dei rapporti con gli altri: oggi risulta, ormai, un imperativo esistenziale.

Leonardo Binda