Fiducia è un sentimento riferibile a svariate situazioni, ma principalmente riguarda i rapporti personali ed è la base perché possano durare nel tempo. È un comportamento etico che va al di là della religione, è condivisione di princìpi per una buona convivenza sociale. Le piccole botteghe, per esempio, molte delle quali sono scomparse anche in centro a Montichiari, hanno sempre avuto la prerogativa di stabilire un rapporto di fiducia con i clienti, nel tempo amici, perciò persone da trattare bene, economicamente e umanamente, garantendo inoltre assistenza post vendita…non è poco! Questi commercianti di solito conoscono non solo il nome dei clienti più assidui, ma un po’ anche la loro vita, tanto che è inevitabile che chiedano loro spesso aggiornamenti sulla situazione personale e familiare, prima ancora di vendergli la merce. Alcune delle ex attività: la bottega di alimentari La Cooperativa, in via Tre Ramati, dove andava mia mamma a fare la spesa, la Forneria Nodari e la cartoleria di Amneris Fontana, in v. Mazzoldi,; la cartoleria della famiglia Zavagno e al negozio di elettrodomestici di Aliprandi  in Piazza Garibaldi, al libraio Zanetti  e all’edicola Lorenzi in Piazza Treccani, alla pasticceria di Batistì ( Gerloni) alle 4 Vie, alla trattoria Stella in Piazza Santa Maria dell’indimenticabile Francesco Rodella; alla ferramenta Danesi in via San Pietro, l’ultima a chiudere per la scomparsa del titolare, ecc…molti esercizi hanno chiuso nelle piazze e nelle vie centrali. Vedere vetrine rivestite da fogli di giornali, invece che di prodotti in bella mostra, è davvero triste. Alcuni negli anni hanno cambiato tipologia di merce, chiudendo però dopo poco tempo. Certamente i centri commerciali sono una delle cause, così come le vendite online, che con i loro prezzi competitivi hanno “rubato” clienti, ancor più da inizio pandemia. Promozioni, sconti, saldi anticipati, consegna a domicilio anche festiva…come possono stare al passo i piccoli commercianti? Purtroppo in molti casi ci si rende conto solo dopo, di quanto erano preziosi, ma d’altronde anche le famiglie, causa i rincari esagerati, a volte sono obbligate a rincorrere il prezzo più conveniente. Lo stesso problema si nota al mercato del venerdì: anni fa gli ambulanti erano di Montichiari o di paesi limitrofi e si conoscevano tutti; ormai dietro la maggioranza delle bancarelle adesso invece ci sono anonimi visi stranieri. Se il mercato è parte integrante della cultura di ogni paese, ecco che sta scomparendo questa tipicità locale, tramandata spesso da padre in figlio. Ci sono sì prezzi bassi, ma di pari passo a bassa se non pessima qualità e mancanza di quel dialogo, spesso contraddistinto da caratteristiche espressioni dialettali che ne erano l’anima. Stiamo perdendo l’identità locale, che non vuol dire preclusione al nuovo, ma amore per l’appartenenza culturale, popolare, folcloristica, culinaria della nostra città, patrimonio da preservare e tramandare il più possibile.

Ornella Olfi