La storia locale come passione di una vita, sempre nel segno del rigore scientifico e della precisione, con uno sguardo aperto e costante sul presente della sua comunità: per Albino Miceli, che il 1° marzo scorso ha spento 80 candeline, l’impegno culturale data da sempre tanto da essere diventato uno degli storici di riferimento per lo studio e la conoscenza del passato di Montichiari. Proprio in occasione del suo compleanno si è rilasciato ad alcune considerazioni sul suo percorso professionale e di interessi: nato a Cutrofiano in provincia di Lecce, dal 1963 sbarca in terra bresciana, precisamente a Ghedi presso il cui aeroporto militare si occupa del settore logistica. Nel 1972 sposa la maestra Ornella Miceli e si stabilisce sotto i sei colli: si laurea inLettere presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano nel 1978 da studente lavoratore, con una tesi dedicata alla “storia di un settimanale cattolico intransigente”, il “Frustino”, che si editò a Brescia tra il 1880 e la fine del secolo, deciso “antagonista” del “Frustone” di stampo liberale e zanardelliano. Ed è proprio in occasione della tesi che si imbatte fortuitamente nel circuito automobilistico del 1899 che si corse anche nellabrughiera monteclarense: nasce così in Miceli l’interesse sempre più acceso verso vicende e personaggi di un tempo che lo porta nel 1982 a dare vita alla sua prima pubblicazione relativa proprio al glorioso percorso su quattro ruote in cui affronta gli eventi motoristici che videro protagonista la città di S. Pancrazio a partire dal 1899 passando per le gare del 1900, del 1905 (la Coppa Florio) e del 1907 e arrivare infine allo storico Gran Premio del 1921 che, com’è noto, fu trasferito l’anno successivo a Monza dove si disputa tutt’ora. La lente del ricercatore monteclarense prende di mira anche la genesi e lo sviluppo della Banda cittadina Carlo Inico e del tram che prestò servizio tra il 1882 e il 1952 lungo la tratta Brescia-Mantova, ma anche la scuola materna Principessa Mafalda nata grazie alla munifica donazione dell’ex sindaco Gianantonio Poli. Del 2019 è il libro dedicato al cimitero monumentale di Montichiari da cui si apprende, tra l’altro, che la prima sepoltura va fatta risalire al 1811. Ma è soprattutto con “Novecento – Il secolo breve monteclarense”, apparso nel 2013 per Bams, che Miceli si è guadagnato la fama di storico di vaglia: oltre 600 pagine, con ampio corredo iconografico, ripercorrono personaggi, fatti, drammi, glorie, aneddoti legati ai sei colli, dalla Prima Guerra Mondiale sino agli anni Novanta, un vasto affresco reso possibile da una fitta consultazione di archivi e biblioteche e ricorrendo alletestimonianze di prima mano. “Se dovessi fare qualche nome tra i più interessanti presenti nel testo – ci confessa – sicuramente direi Ettore Norsa, il medico ebreo che ho seguito anche in virtù delle leggi razziali che lo privarono dell’esercizio della professione, ma che non era certo uno stinco di santo come lo si vuol dipingere, o il tenente Giuseppe Pastelli: sono certo che se non fosse morto al fronte, nel primo conflitto mondiale, sarebbe diventato un grande poeta, aspetto che emerge dalle sue lettere e dalla sua fede nell’uomo e nel bene che questo può realizzare”. Accanto alla vasta produzione libraria Miceli è stato attivo con articoli a più riprese su periodici locali come L’Eco della Bassa e, ancora oggi, sul mensile parrocchiale La Vita Monteclarense a cui dedica parte di un tempo più rilassato, ma sempre orientato alla conoscenza e alla promozione della cultura non disdegnando, per il futuro, qualche nuova “tappa” storica per la quale è già all’opera, in gran segreto. 

Federico Migliorati