L’azione di contrasto al cyberbullismo nella nostra scuola si articola in una nutrita serie di “azioni di prevenzione ed educazione ai temi della corretta gestione dei dispositivi che utilizzano il web e della partecipazione responsabile al mondo virtuale, ambiti nei quali è coinvolto anche il team degli animatori digitali”, come racconta la prof.ssa Chiara Folegati, l’esperta che da anni qui è referente per una tematica sempre più delicata. 

“In questo particolare momento di didattica a distanza, con il conseguente intensificarsi dell’utilizzo dei device – dichiara – sin dalla scorsa primavera abbiamo potenziato i dispositivi e le procedure di sorveglianza, soprattutto in relazione alle nuove problematiche legate all’uso della rete, in collaborazione con gli alunni e i loro genitori, con i quali abbiamo stretto un Patto di Corresponsabilità per neutralizzare le molteplici minacce in questo ambito”. 

“Molti insegnanti svolgono sull’argomento unità didattiche nell’ambito del curricolo di educazione civica” informa, sottolineando “la collaborazione fra docenti di riferimento in ambiti diversi che collaborano in per raggiungere lo stesso obiettivo importante per tutti: star bene con se stessi e a scuola”. 

Particolare importanza ha il gruppo di allievi coordinato dalla prof.ssa Fausta Brontesi, che segue la Peer Education.

Essi sono stati formati con l’aiuto di esperti della Asst locale, che li hanno preparati su come affrontare le tematiche legate alle discriminazioni di vario genere, ed ora effettuano incontri, soprattutto con i ragazzi dei bienni, per informarli dei rischi e incrementare in essi la consapevolezza della necessità del rispetto reciproco.  

“Come già negli scorsi anni – conclude Folegati – appena gli alunni torneranno in presenza, a scuola organizzeremo una specifica assemblea di Istituto con l’intervento degli agenti di Polizia Postale; il convegno sarà realizzato in collaborazione con la prof.ssa Imma Beninato, la funzione strumentale per i rapporti con gli studenti. 

Soprattutto in questo momento di distanziamento fisico è importante far emergere i bisogni e le voci dei nostri giovani e offrire loro ascolto e occasioni di confronto”.