La notizia, uscita nei giorni scorsi, è di quelle che non hanno mancato di fare discutere: il prossimo anno scolastico la classe prima della scuola di Sant’Antonio non partirà. A darne notizia l’Assessore alla Pubblica Istruzione Angela Franzoni in persona che ha sottolineato come, nonostante gli sforzi profusi dall’Amministrazione, il numero minimi di 13 alunni iscritti non sia stato raggiunto. Le motivazioni portate dalla Franzoni nella Commissione Quarta, che si è tenuta mercoledì 20 aprile e che ha visto confrontarsi sulla questione Maggioranza e Minoranza, sono state svariate: in primis il calo demografico che ha colpito negli ultimi anni Montichiari tutta e in particolare l’area di Sant’Antonio e Vighizzolo e poi le scelte legittime di alcune famiglie che hanno optato per altri plessi scolastici ove l’offerta formativa e di ‘tempi scuola’ risultano essere più confacenti ai loro bisogni (37 famiglie hanno preferito l’IC2 all’IC1). «Sulla carta, considerati i bacini di utenza – ha spiegato Franzoni – i bambini iscritti avrebbero dovuto arrivare a formare una classe da 19 alunni. A novembre, però, quando sono arrivati gli esiti delle iscrizioni i risultati sono stati al di sotto di ogni aspettativa: a Sant’Antonio si erano iscritti solo in 8. Non nascondo che ci siamo rimasti tutti male e abbiamo cercato di capire cosa si potesse fare. Ho chiamato tutte le famiglie, una ad una, e le motivazioni sono state tutte comprensibili: l’orario antimeridiano degli altri plessi è molto più confacente a chi lavora (uscire alle 12.15 come a Sant’Antonio diventa complicato per i genitori) oppure avevano preferito la settimana corta e l’unico plesso che attualmente la offre è la scuola Falcone. La situazione, dunque, non è dipesa da noi e, anzi, già un anno fa avevamo mosso proposte diverse su questa scuola che è splendida ma dislocata fuori dal Centro, quali la settimana corta o il doposcuola, idee che, però, non hanno trovato l’adesione delle famiglie. Da questo punto di vista, dunque, siamo sereni perché abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare. A breve, comunque, faremo partire anche un tavolo tecnico, alla presenza di tutti gli istituti comprensivi, nel quale si valuterà principalmente il ridisegno degli attuali bacini di utenza, le offerte di “moduli orari” e “tempi scuola” al fine di garantire una più equa distribuzione degli alunni nei vari plessi e tenere vive soprattutto le scuole delle frazioni che intendiamo valorizzare al meglio». La scuola di Sant’Antonio era stata messa in cantiere a partire già dagli anni 2000 per sostituire un edificio obsoleto, privo ormai degli ambienti minimi previsti dalla normativa e della sicurezza adeguata. L’Amministrazione Fraccaro ridimensionò il progetto iniziale, realizzando una scuola innovativa, dotata di splendidi ambienti e spazi interni, come palestra e laboratori, idonei a fruire al meglio della didattica. Ambienti e spazi che, però, non bastano per spingere le famiglie a sceglierla come sede del percorso didattico dei propri figli e rischiano ora di trasformare la bella struttura scolastica, inaugurata alla fine del 2019, in una cattedrale nel deserto. «Abbiamo realizzato un edificio bellissimo – ha sottolineato l’ex Sindaco Mario Fraccaro – dove i bambini possono trovare ambienti di apprendimento distesi ed educativi; il come valorizzarlo è compito del personale della scuola (dirigenti e docenti) con la guida del Comune». Per la nuova scuola erano stati investiti 3.060.000€, poco più di 1.500.000 arrivati dalle casse comunali e il resto finanziato con un fondo perduto della BEI (Banca Europea Investimenti)

Marzia Borzi