Con perplessità e sconcerto abbiamo letto nel precedente numero di Paese Mio un articolo sul tema delle piscine a firma dell’assessore ai lavori pubblici, arch. Serena Cominelli, che, sommandosi alle sconfortanti notizie trapelate sul bando del tennis e al silenzio calato sul recupero della palazzina/ristorante, ci hanno spinti, dopo una riflessione congiunta, a scrivere a quattro mani questo breve appello all’Amministrazione comunale in carica.

Nel testo del comunicato rivolto alla cittadinanza manerbiese, infatti, l’assessore parla, in modo del tutto inaspettato, di “una nuova eventuale destinazione d’uso della piscina di via Verdi”, ossia “di una possibile riconversione in “altro” di questo centro natatorio” che, secondo l’attuale Giunta Alghisi, “potrebbe non essere più pertinente con i tempi che corrono”.

Ebbene, perdoni la franchezza assessore, ma queste dichiarazioni fanno tremare i polsi.

Per la nostra cittadina questo polo sportivo, nato nel 1939 da un’iniziativa di un illuminato imprenditore, rappresenta molto di più di un semplice impianto sportivo. Rappresenta un’epoca di benessere in cui Manerbio ricopriva un ruolo di primordine nella provincia bresciana, un luogo in cui generazioni di manerbiesi hanno vissuto momenti spensierati ed al quale associano i più bei ricordi; ed è proprio per questi motivi che la sua attuale immagine decadente e degradata diventa spesso termine di paragone per rappresentare lo stato dell’intera nostra cittadina.

Parlare di riconvertirlo in “altro”, senza peraltro nemmeno un accenno a cosa questo “altro” possa significare, lascia un senso di vuoto e smarrimento.  

Certo i tempi sono cambiati ed è corretto guardare avanti, svestire i vecchi panni per indossarne di nuovi e lucenti, ma perché non partire da ciò che già esiste, perché non ridare lustro all’immenso patrimonio immobiliare che ci è stato un tempo donato adeguandolo alle esigenze delle nuove generazioni, perché non dare inizio ad un’opera di profonda rigenerazione urbana, magari partendo proprio da uno dei luoghi più simbolici di Manerbio. L’esperienza di Brescia ci insegna che anche le aree più degradate possono tornare a nuova vita.

Comprendiamo che l’avvento di questa devastante pandemia abbia costituito un freno a molte iniziative, ma crediamo anche che sia proprio questo il momento di attivarsi per programmare quello che sarà il periodo post-pandemico. Rimanere ora alla finestra in attesa di ciò che avverrà, come dichiarato durante l’ultimo Consiglio Comunale, rischia solo di incrementare la distanza tra noi e numerosi paesi limitrofi ben più attivi.  

Al recupero delle piscine sono stati dedicati i primi due anni del secondo mandato dell’Amministrazione Alghisi, durante i quali, coerentemente agli obbiettivi proclamati nel programma elettorale, si è lavorato per individuare la migliore soluzione tecnico-amministrativa per riportare questo centro di aggregazione agli antichi splendori, dopo aver, non senza difficoltà, chiuso il capitolo della precedente gestione. Si è programmato di utilizzare adeguati strumenti amministrativi al passo con i tempi, in grado non solo di consentire la ristrutturazione dell’intero polo sportivo, ma di garantirne una corretta gestione e, soprattutto, la manutenzione a lungo termine. Ci si chiede perché all’improvviso si sia scelto di cambiare radicalmente direzione, di abbandonare un percorso virtuoso che, ne siamo certi, avrebbe consentito di raggiungere grandi risultati.   

Nella speranza che questo appello non cada nel vuoto, restiamo in fiduciosa attesa.

Andrea Almici

Paolo Vittorielli