L’amicizia è una fiamma che mai si spegnerà. Essa è paragonabile alla luce del sole che sempre illumina. Avere un vero amico è come possedere un tesoro che non vedi ma che hai e che si esprime a parole, non si dire cosa sia, è grande come l’infinito, vale più del bene che ha e che sogni di avere.

Solo la vita può dire cosa esso sia,s e è illusione o se esiste! Valori basilari dell’amicizia sono la fiducia e l’onestà.

Quando una persona, senza esitare, ti guarda negli occhi e può dire “mi fido di te”.

Quella è vera amicizia. Penso che l’amico sia colui che ti sa capire, colui che ti aiuta per qualsiasi problema, che crede in ciò che fai, dici e pensi, in ciò che sei anche se tutto dimostra il contrario. Penso all’amicizia come qualcosa di eterno, che non nasce e non muore, ma che vive perennemente dentro ognuno di noi.

Cosa sarebbe la vita senza amici, senza quel supporto quando siamo tristi e quelle risate in grado di trasformare pochi secondo in momenti irripetibili?

Tuttavia ci sono diversi tipi di amici e ognuno di loro ha un ruolo. E’ stato a scuola che li abbiamo incontrati per la prima volta, con questi ci troviamo molto raramente, con loro bastano cinque minuti per riconoscerci ed è come se il legame fosse ancora intatto. Eppure dopo l’incontro ciascuno riprende la sua strada. Gli amici storici sono quelli che rimangono nella nostra vita in età diverse, non sono necessariamente i più vicini, ma rimangono costanti nel tempo. Un caro amico delle elementari è stato Enrico Franceschetti. Eravamo compagni di banco e la maestra era Lina Torri, classe 1943. Ci frequentavamo raramente ma abbiamo sempre mantenuto un buon rapporto.

Ecco che il destino, nonostante tutto, ci fa rincontrare esattamente il primo ottobre del 1968, presso la concessionaria FIAT di Stanga, questa volta come colleghi di lavoro. I nostri rapporti riprendono in piano anche con i suoi famigliari: il papà Antonio, la mamma Mary ed i fratelli Cesare ed Angiolino. Che bella famiglia che era: si può dire che fossero la bontà e la generosità fatte persone.

Famiglie così erano rare, ne esistevano pochissime. Enrico per me è stato meglio ancora di un fratello.

Ci sentiamo per telefono perché lui abita a Brescia, facendoci quasi tutti i giorni confidenze, senza mai avere in tanti anni alcuno screzio, sempre parole di conforto. Ricordo quando quasi tutte le domeniche mattina veniva a casa mia a prendere il caffè con biscottino e quando suonava il campanello mia moglie correva alla porta per avvisarlo del gradino (el panèl) dell’ingresso, prima che inciampasse.

Egli era infatti ipovedente. Era quasi una tradizione andare all’albergo Marzotto anche se era giorno di chiusura a fare visita ai nostri amici Rosa e Lino Prandi e naturalmente anche alla loro mamma, Agnese. A volte lì incontravamo la zia Mariuccia, sorseggiando insieme un caffè e passando un paio di ore a parlare un po’ di tutto, a fare gossip. Tutto questo finché l’albergo è rimasto aperto: che bei tempi, che belle tradizioni! Un altro mio cairssimo amico è stato ed è ancora Nino Galuppini. Il nostro primo incontro è avvenuto durante le vacanze alla cascina Cereto di Milzanello dagli zii Camisani che erano vicini di casa della sua famiglia.

Era il 1943. Con Nino ho legato subito combinandone tante di tutti i colori: ci chiamavano i “pierini pestiferi”!

Finita l’era della scuola, ognuno per la sua strada, ci si incontrava ogni tanto.

Ma quando si dice il destino… come un lampo arriva l’età di fare il servizio militare dove frequento il Car a Bari e poi vengo trasferito a Roma.

Un giorno il mio amico di branda viene ricoverato all’ospedale militare di celio. Una domenica, andando a fargli visita, incontro il mio amico Nino che mi chiede il motivo per cui mi trovo lì. Lui fa assistenza volontaria ad un amico soldato che si era ribaltato con la Jeep ed era rimasto incastrato ustionandosi molto seriamente a causa delle fiamme. Nino sei sempre il solito: quando c’è bisogno è sempre il primo. 

Poi siamo andati a pranzo in una trattoria di Trastevere. Ora siamo dunque pensionati e ci incontriamo spesse volte per un cappuccio parlando dei bei tempi passati insieme. Nino è un vero amico, è l’amico che tutti vorrebbero! 

Piero Viviani