Nello scorso numero, abbiamo parlato delle scuole elementari e della loro convivenza con il Covid-19. Un’altra sfida è quella affrontata da asili nido e scuole materne. 

Ci riferiamo, in particolare, alla Fondazione “G. Ferrari” di Manerbio. 

In epoca pre-pandemia, il servizio funzionava dalle 7.30 alle 18.30. 

Oltre all’ordinaria scuola dell’infanzia, sono presenti un asilo nido, una sezione bilingue (italiano-inglese) e una “sezione primavera” per bambini dai due ai tre anni. Queste “aggiunte” hanno permesso di aumentare le entrate.

L’arrivo del Covid, ovviamente, ha comportato la chiusura della scuola tra febbraio e marzo In questo periodo, pur sapendo che la misura non sarebbe stata gradita, il “G. Ferrari” ha comunque richiesto il pagamento della retta alle famiglie: sarebbe stato un consiglio della FISM (Fede-razione Italiana Scuole Materne), per garantire il sostentamento della fondazione nel frattempo. L’insolita richiesta è stata seguita da riduzioni nel mese di aprile e dalla totale cancellazione della retta nel periodo maggio-giugno.

Nell’estate 2020, il “G. Ferrari” ha partecipato a un bando indetto dalla Fondazione della Comunità Bresciana per l’attivazione di servizi socio-assistenziali. Il progetto era un centro estivo, nel rispetto delle regole anti-Covid, aperto anche ai bambini non iscritti alla scuola. 

Esso è stato realizzato ed ha funzionato come “apripista” per ripartire dopo la chiusura delle attività. Le incognite erano molte, ma le insegnanti sono state assai disponibili e i bambini si sono adattati con naturalezza sorprendente. 

Questo ha portato ad iniziare l’anno scolastico con più serenità, dopo la sanificazione dei locali, l’acquisto di mascherine e disinfettanti e la formazione del personale. Ai primi di settembre, il “G. Ferrari” era già aperto.

Non ha però potuto mantenere l’organizzazione e gli orari pre-Covid.

All’asilo nido, l’orario è rimasto pieno; alla scuola materna, è divenuto 8.30 – 15.00, con scaglioni di quindici minuti per le entrate e le uscite. 

Vengono oggi impiegati tre ingressi diversi. 

Le varie sezioni danno direttamente sul giardino, così da non dover sanificare l’atrio.

Per quanto riguarda il nido, abbiamo detto che esso rimane aperto dalle 7.30 alle 18.30; ma l’orario è suddiviso in tre fasce d’utilizzo (7.30-13.00; 7.30-16.00; 7.30-18.30). 

Esse corrispondono ad altrettante “bolle sociali”, che hanno il minor numero di contatti possibile fra loro e la maggiore rintracciabilità.

Anche alla scuola materna, ciascuna sezione funziona come un “unicum” che non si mescola alle altre.

La divisione è anche fisica, davanti alle aule e nei saloni. Nei bagni, bolli colorati segnalano i cubicoli e i lavandini destinati a ciascuna sezione. 

Neppure durante il pranzo e in giardino si verifica promiscuità. Niente più armadietti per il deposito degli effetti personali, bensì scatole di plastica ben chiuse.

È previsto anche il cambio di scarpe e stivaletti. Una sorta d’infermeria è stata preparata per i bambini che avessero sintomi compatibili con il Covid, in modo che possano attendere lì l’arrivo dei genitori.

Sia pure col mantenimento della separazione fra le “bolle sociali”, sono state potenziate le attività al-l’aperto, nelle giornate di bel tempo.

Più problematico è stato garantire la presenza d’in-segnanti per i pre-orari e i post-orari, soprattutto per il fatto che devono essere una per sezione e non debbono scambiarsi di posto. 

Il post-orario non è stato ancora attivato, per via del minor numero di richieste. A fornire personale educativo in aggiunta ha pensato la cooperativa “Il Gabbiano”.

Niente scambio sociale allargato, forti vincoli di orario, alti costi di personale, distanze durante i pasti e molte sollecitazioni alla igiene: questa è ora la scuola per i più piccoli.

Erica Gazzoldi